Le "strade senza ritorno" tra morti violente e riti di passaggio: in mostra le foto di Roberto Strano

Uno scatto di Roberto Strano per il progetto "Strade senza ritorno"
Trentanove scatti per raccontare una drammatica realtà: l’incidente stradale: al Centro Internazionale di Fotografia dei Cantieri culturali alla Zisa dal 9 febbraio al 10 marzo è allestita la mostra "Strade senza ritorno" di Roberto Strano.
L’esposizione è frutto di un rigoroso lavoro durato più di 15 anni, in cui l’artista ha attraversato il mondo in lungo e in largo documentando il tragico fenomeno degli incidenti d’auto, che con migliaia di morti all’anno rappresentano la prima causa di morte tra i giovani tra i 18 e i 24 anni in Europa.
Immagini di auto ammaccate, vuote, bruciate, che nulla regalano alle mode attuali di un’eccessiva estetizzazione del dolore, ma al contrario con molta delicatezza ci scuotono come un pugno nello stomaco, per stimolare una riflessione su unarealtà che passa troppo spesso inosservata.
Eppure, queste immagini che guardiamo distrattamente dalle pagine delle cronache o dai notiziari televisivi, prendono tutta un'altra piega se poste in un contesto diverso, come quello di una galleria: penetrano profondamente nel nostro animo e ci regalano significative suggestioni interiori, senza mai colpire con troppa violenza i nostri sentimenti.
Le fotografie di Strano, nei toni del bianco e nero, mostrano persone come se fossero lievemente appoggiate, senza peraltro esternare dolore o sofferenza in maniera cruda; uno stile che rivela la grande attenzione dell’autore per il rispetto e la profonda considerazione verso i suoi soggetti.
L’esposizione è frutto di un rigoroso lavoro durato più di 15 anni, in cui l’artista ha attraversato il mondo in lungo e in largo documentando il tragico fenomeno degli incidenti d’auto, che con migliaia di morti all’anno rappresentano la prima causa di morte tra i giovani tra i 18 e i 24 anni in Europa.
Immagini di auto ammaccate, vuote, bruciate, che nulla regalano alle mode attuali di un’eccessiva estetizzazione del dolore, ma al contrario con molta delicatezza ci scuotono come un pugno nello stomaco, per stimolare una riflessione su unarealtà che passa troppo spesso inosservata.
Eppure, queste immagini che guardiamo distrattamente dalle pagine delle cronache o dai notiziari televisivi, prendono tutta un'altra piega se poste in un contesto diverso, come quello di una galleria: penetrano profondamente nel nostro animo e ci regalano significative suggestioni interiori, senza mai colpire con troppa violenza i nostri sentimenti.
Le fotografie di Strano, nei toni del bianco e nero, mostrano persone come se fossero lievemente appoggiate, senza peraltro esternare dolore o sofferenza in maniera cruda; uno stile che rivela la grande attenzione dell’autore per il rispetto e la profonda considerazione verso i suoi soggetti.
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