MUSICA E DANZA
HomeEventiMusica e danza

Le sinfonie di Rossini e la cantata comica di Cimarosa: il concerto in piazza a Palermo

  • Piazza Ruggero Settimo - Palermo
  • Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore - Polizzi Generosa (Pa)
  • 20 settembre (Palermo), 21 settembre (Polizzi Generosa) (evento concluso)
  • 21.00
  • 10 euro (intero - Palermo), 5 euro (ridotto studenti - Palermo), gratuito (Polizzi Generosa)
  • Biglietti acquistabili online o al botteghino del Politeama Garibaldi (aperto da martedì a venerdi, dalle 9.30 alle 14.30; sabato e domenica dalle 9.00 alle 13.00) o la sera stessa a partire da un'ora prima del concerto. Info al numero 091 6072532/533
Balarm
La redazione

Il maestro Alessandro Tirotta

La nuova stagione estiva 2024 dell'Orchestra Sinfonica Siciliana prosegue con il secondo appuntamento di settembre dedicato alla musica classica. 

In scena il concerto/performance dell’attore/cantante e direttore d’orchestra Alessandro Tirotta che è protagonista di una serata in cui l’intermezzo gioioso di Domenico Cimarosa "Il maestro di cappella" (1586-93) si accosta ad alcune fra le più celebri Sinfonie del teatro di Gioachino Rossini: da "L’Italiana in Algeri" a "La Cenerentola" fino a "La gazza ladra" e a "Guglielmo Tell".

L'appuntamento va in scena venerdì 20 settembre, alle 21.00, in piazza Ruggiero Settimo a Palermo e in replica (a ingresso gratuito) sabato 21 settembre, alle 21.00, nella Chiesa Madre di Polizzi Generosa (Palermo).

Composto tra il 1786 e il 1793, Il maestro di cappella di Cimarosa rappresenta un unicum nella storia del teatro musicale dal momento che si avvale della presenza di un solo cantante che impersona appunto il maestro di cappella.
Adv
Per questa ragione, infatti, ancora oggi è abbastanza accreditata l'ipotesi secondo la quale l'opera sarebbe un ampliamento di un'aria per basso-baritono o di una cantata comica. 

La trama, molto semplice, ha per protagonista il maestro di cappella del titolo che vorrebbe cantare un'aria di stile sublime scritta secondo gli insegnamenti degli antichi maestri, ma incontra delle difficoltà con gli strumentisti che sbagliano tutti gli attacchi.

Il maestro, allora, canticchia le varie parti e, dopo esser riuscito a mettere insieme tutti gli strumenti, esegue un'aria di sua composizione. Questo breve intermezzo si apre con una brillante ouverture, una pagina leggera e ironica.

Non tutte le opere di Rossini sono eseguite, ma molte delle ouvertures, da lui composte e, a volte, trasferite da un’opera all’altra indipendentemente dal genere di appartenenze, sono sopravvissute alle opere.

Le ouvertures rossiniane hanno quasi tutte una struttura formale piuttosto fissa con un’introduzione lenta a cui segue un Allegro in forma-sonata privato della sezione dello sviluppo e con il celebre crescendo che anima la coda sia dell’esposizione che della ripresa.

Composta nel 1813 e rappresentata, per la prima volta, il 22 maggio dello stesso anno al Teatro San Benedetto di Venezia, L’Italiana in Algeri presenta tra le sue pagine più famose l'ouverture, la cui originalità si avverte già nell'Andante iniziale caratterizzato dalla contrapposizione tra l'organico classico, quello del quintetto d'archi a cui inizialmente sono affidati gli accordi in pizzicato, e quello turco che emerge dopo l'accordo in fortissimo con l'intervento dei legni. 

Composta con la solita straordinaria rapidità, la Cenerentola andò in scena circa un mese dopo al Teatro Valle di Roma il 25 gennaio 1817 durante la stagione del carnevale ottenendo uno strepitoso successo. 

Definita un capolavoro da Stendhal, che aveva assistito alla prima rappresentazione avvenuta al Teatro alla Scala di Milano il 31 maggio 1817, La Gazza ladra di Rossini è introdotta da una  sinfonia, che, composta in brevissimo tempo, secondo quanto affermato dallo stesso Rossini in una lettera di dubbia attendibilità nella quale non figura né la data né il nome del destinatario, si apre con tre rulli di tamburo.

Andato in scena il 3 agosto 1829 al teatro dell’Opéra di Parigi, Guillaume Tell è l'ultima opera di Gioacchino Rossini che ad appena 38 anni chiuse la sua carriera piena di successi di compositore.

L'opera si presenta perfetta nella cura dei particolari a dimostrazione che Rossini aveva ormai raggiunto una maturità di stile che gli permetteva di cimentarsi con ampie strutture in cui l’ambiente naturale e i personaggi sembravano muoversi in sintonia nella celebrazione della libertà, quella libertà il cui anelito aveva fatto capolino già nel Moïsè.
Se vuoi essere informato su altri eventi come questo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

COSA C'È DA FARE