Le mostre personali di Naumcic, Scarso, Serradifalco al "Magione Arts District"

Fotografia satellitare di Max Serradifalco
Tre nuove mostre personali aprono i battenti, da martedì 4 settembre alle 19.30, presso il nuovo spazio culturale polivalente Magione Arts District nel cuore di Palermo: le mostre personali dell’artista bielorussa Tatsiana Naumcic, dell’anglo-italiano Jacek Ludwig Scarso e del palermitano Max Serradifalco, fruibili dal pubblico fino al 30 settembre.
Una ricerca oltre le apparenze rappresenta il fil rouge che lega i tre artisti riuniti nel capoluogo siciliano. Per raggiungere questo scopo ciascuno di loro, con il proprio personalissimo linguaggio (pittorico per Tatsiana Naumcic, installativo-performativo per Jacek Ludwig Scarso e fotografico per Max Serradifalco), spoglia gli oggetti e i soggetti che rappresenta di tutto ciò che era chiaro nella loro funzione, nel loro contesto e significato.
A partire dagli incantesimi pittorici di Tatsiana Naumcic che compongono un progetto espositivo intitolato “Dio sta nei dettagli”. Ogni fiore ordito a colpi di pennello porta la freschezza del momento e racchiude lo scorrere irreversibile del tempo dietro l’incombente appassimento. Perché l'artista vede lo splendore effimero delle cose e le propone come attimi immobili di una vicenda che sta tra un antecedente e un futuro di una realtà oggettiva definita prossima a essere divorata dall’oblio.
Jacek Ludwig Scarso invita lo spettatore a un’esperienza voyeuristica con la sua installazione “Ospringe Road” (2018), una casa per le bambole con mobili ritoccati a mano, amplificatori, piante essiccate. Impregnando quello che era un tipico giocattolo di epoca vittoriana di nuova vita, egli compie quel processo di trasformazione che fa di un oggetto l’improvvisa rivelazione e riscoperta di ciò che si vede sempre, ma non si guarda mai.
Max Serradifalco, tra i primi al mondo ad aver realizzato, tramite il web, reportage fotografici con il solo utilizzo delle mappe satellitari, presenta in questa occasione il suo "The satellite garden". Scatti astratti e figurativi al tempo stesso in cui l’artista palermitano individua sulle cartografie restituite dallo spazio cosmico immagini di un giardino inedito, inaspettato, di un ritrovato Eden che abita il globo terrestre con l’uomo, nonostante l’uomo.
Una ricerca oltre le apparenze rappresenta il fil rouge che lega i tre artisti riuniti nel capoluogo siciliano. Per raggiungere questo scopo ciascuno di loro, con il proprio personalissimo linguaggio (pittorico per Tatsiana Naumcic, installativo-performativo per Jacek Ludwig Scarso e fotografico per Max Serradifalco), spoglia gli oggetti e i soggetti che rappresenta di tutto ciò che era chiaro nella loro funzione, nel loro contesto e significato.
A partire dagli incantesimi pittorici di Tatsiana Naumcic che compongono un progetto espositivo intitolato “Dio sta nei dettagli”. Ogni fiore ordito a colpi di pennello porta la freschezza del momento e racchiude lo scorrere irreversibile del tempo dietro l’incombente appassimento. Perché l'artista vede lo splendore effimero delle cose e le propone come attimi immobili di una vicenda che sta tra un antecedente e un futuro di una realtà oggettiva definita prossima a essere divorata dall’oblio.
Jacek Ludwig Scarso invita lo spettatore a un’esperienza voyeuristica con la sua installazione “Ospringe Road” (2018), una casa per le bambole con mobili ritoccati a mano, amplificatori, piante essiccate. Impregnando quello che era un tipico giocattolo di epoca vittoriana di nuova vita, egli compie quel processo di trasformazione che fa di un oggetto l’improvvisa rivelazione e riscoperta di ciò che si vede sempre, ma non si guarda mai.
Max Serradifalco, tra i primi al mondo ad aver realizzato, tramite il web, reportage fotografici con il solo utilizzo delle mappe satellitari, presenta in questa occasione il suo "The satellite garden". Scatti astratti e figurativi al tempo stesso in cui l’artista palermitano individua sulle cartografie restituite dallo spazio cosmico immagini di un giardino inedito, inaspettato, di un ritrovato Eden che abita il globo terrestre con l’uomo, nonostante l’uomo.
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