La storia della Apple in mostra a Palermo: i pezzi storici custoditi al Mec Museum
Un iMac del 1998-1999 esposto al Mec Museum di Palermo
In ottemperanza dell'ultimo DPCM del 3 novembre 2020 del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro della Salute, relativo alle “Misure urgenti per il contenimento del contagio da COVID-19 sull’intero territorio nazionale”, e a tutela della salute degli spettatori, vengono sospese le iniziative culturali fino a nuovi provvedimenti.
Al piano nobile di un palazzo cinquecentesco nel cuore del centro storico della città, apre il nuovo spazio culturale che custodisce pezzi storici della Apple, tra le sale di un elegante ristorante.
Si chiama Mec ed è un acronimo che va in due direzioni: da una parte la sintesi di "Meet, Eat e Connect"; dall'altra un semplice richiamo ai computer con il simbolo della mela (leggi l'articolo di approfondimento).
Il MEC Museum è infatti un luogo visionario che non ti aspetti di trovare in pieno centro storico cittadino, quasi di fronte la cattedrale e incastonato all'interno del percorso Unesco Arabo-Normanno.
Frutto della visione e della volontà dell’architetto e imprenditore palermitano Giuseppe Forello, tra tutti, spicca quello che Forello definisce il "Santo Graal", l'Apple 1, primo e storico computer creato dall’azienda statunitense.
Il pezzo si trova nella sala del percorso espositivo intitolata "Seme e frutto", a cui si aggiungono le aree tematiche Innovazione, Pirati, Apple Store, Prototipi, Pixar, Tempio e Competizione: qui vengono raccontate le storie di altre icone come Lisa, Next Cube e i Macintosh, tutti rigorosamente montati dallo stesso Forello.
Tutto lo stile, estremamente contemporaneo, è curato da un team di architetti: Francesco Ferla nel concept tecnologico della mostra "Jobs", Fabia Adelfio ed Enrico Anello negli spazi museali, e dall'architetto Giuseppe Forello, palermitano appassionato, uno tra i più grandi collezionisti Apple in Europa, nell'arredo e nella coordinazione del concept museo-ristorante.
Un viaggio affascinante che ripercorre gli ultimi 40anni, quanti bastano per far diventare un oggetto informatico archeologicamente rilevante, e questo ci dà la misura di quanto corra in fretta questo mondo che i nativi digitali interpretano meglio di chi ha più di quarant’anni.
L’esposizione che racconta la storia della Apple è curata da Cecilia Botta, storica dell’informatica e curatrice di BasicGallery, archivio storico della BasicNet.
Il museo, che si trova a PAlermo in via Vittorio Emanuele 452, torna visitabile dal martedì al venerdì, dalle 9.30 alle 17.30. Rimane chiuso il sabato, la domenica e il lunedì.
Al piano nobile di un palazzo cinquecentesco nel cuore del centro storico della città, apre il nuovo spazio culturale che custodisce pezzi storici della Apple, tra le sale di un elegante ristorante.
Si chiama Mec ed è un acronimo che va in due direzioni: da una parte la sintesi di "Meet, Eat e Connect"; dall'altra un semplice richiamo ai computer con il simbolo della mela (leggi l'articolo di approfondimento).
Il MEC Museum è infatti un luogo visionario che non ti aspetti di trovare in pieno centro storico cittadino, quasi di fronte la cattedrale e incastonato all'interno del percorso Unesco Arabo-Normanno.
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Qui la storia antica cede il passo alla storia contemporanea con la nascita del primo museo della rivoluzione informatica in Sicilia dedicato alla storia dei computer Apple, con una collezione che annovera circa 4000 elementi, dei quali i più importanti esposti, tra rarità e pezzi iconici.Frutto della visione e della volontà dell’architetto e imprenditore palermitano Giuseppe Forello, tra tutti, spicca quello che Forello definisce il "Santo Graal", l'Apple 1, primo e storico computer creato dall’azienda statunitense.
Il pezzo si trova nella sala del percorso espositivo intitolata "Seme e frutto", a cui si aggiungono le aree tematiche Innovazione, Pirati, Apple Store, Prototipi, Pixar, Tempio e Competizione: qui vengono raccontate le storie di altre icone come Lisa, Next Cube e i Macintosh, tutti rigorosamente montati dallo stesso Forello.
Tutto lo stile, estremamente contemporaneo, è curato da un team di architetti: Francesco Ferla nel concept tecnologico della mostra "Jobs", Fabia Adelfio ed Enrico Anello negli spazi museali, e dall'architetto Giuseppe Forello, palermitano appassionato, uno tra i più grandi collezionisti Apple in Europa, nell'arredo e nella coordinazione del concept museo-ristorante.
Un viaggio affascinante che ripercorre gli ultimi 40anni, quanti bastano per far diventare un oggetto informatico archeologicamente rilevante, e questo ci dà la misura di quanto corra in fretta questo mondo che i nativi digitali interpretano meglio di chi ha più di quarant’anni.
L’esposizione che racconta la storia della Apple è curata da Cecilia Botta, storica dell’informatica e curatrice di BasicGallery, archivio storico della BasicNet.
Il museo, che si trova a PAlermo in via Vittorio Emanuele 452, torna visitabile dal martedì al venerdì, dalle 9.30 alle 17.30. Rimane chiuso il sabato, la domenica e il lunedì.
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