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L'ultimo week end di "Borghi dei Tesori Fest": i gioielli da non perdere in giro per la Sicilia

  • Vari luoghi della Sicilia
  • 20, 21, 27, 28 agosto 2022
    3, 4 settembre 2022 (evento concluso)
  • Consultare il programma sul sito
  • 18 euro (10 visite), 10 euro (4 visite)
  • I coupon sono acquistabili online sul sito de Le Vie dei Tesori e in un infopoint presente in ciascun borgo. Per maggiori informazioni chiamare lo 091 8420004 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00, sabato e domenica dalle 10.00 alle 20.00)
     
Balarm
La redazione
Non si potrà certo dire che qualcuno resterà insoddisfatto, visto che i quasi quaranta borghi siciliani che aprono le porte, coprono di fatto ogni desiderata.

Perché ognuno di questi borghi è pronto a mettersi in gioco e ha rovistato tra chiese sconosciute, giardini irraggiungibili, monasteri serrati e piatti dimenticati, per offrire il suo lato migliore.

Tre weekend, una quarantina di borghi spalmati in otto province, circa 400 tra siti, passeggiate ed esperienze e 500 giovani coinvolti per raccontare una Sicilia del tutto sconosciuta.

Per il secondo anno, dal 20 agosto al 4 settembre (solo sabato e domenica), ritorna "Borghi dei tesori fest".

La formula è quella rodata delle Vie dei Tesori, di cui il festival dei Borghi è una costola: il 20 e 21 agosto, poi il 27 e 28 agosto, e il 3 e 4 settembre, tra luoghi da visitare, esperienze da condividere, passeggiate. 

I Borghi stringono collaborazioni importanti: infatti dal 7 settembre il festival accoglierà in cinque comuni,  uno spettacolo prodotto dal Teatro Biondo “In nome della madre” con Galatea Ranzi; e  i visitatori dei Borghi dei Tesori accederanno con lo sconto "residenti" agli spettacoli del Segesta Teatro Festival.
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Ma la vera "conquista" è  in modalità “senza pensieri”. Nei tre weekend si potrà, infatti, viaggiare sui comodi pullman del nuovo partner Auto Service. Partenze da Palermo, arrivo in tutti i centri coinvolti, andata/ritorno in giornata, secondo il calendario sul sito de Le Vie dei Tesori.

Il plotone più numeroso dei borghi che aderiscono al festival è come l'anno scorso nel Palermitano dove il festival arriverà in 16 borghi, mentre sono 8 i piccoli comuni dell’Agrigentino, 2 nel Nisseno, 1 ciascuno nelle province di Enna, Siracusa e di Trapani, 2 nel Catanese e 5 nel Messinese. 

I BORGHI DEI TESORI
Visitare tutto è impossibile, ma è meglio che resti sempre qualcosa da vedere, per ritornare, approfondire, scoprire magari i borghi vicini, il bosco nascosto, la sorgente o l’artigiano. Qualche esempio?

C'è Caltabellotta dove una studiosa è riuscita a ridisegnare l’antico quartiere ebraico, e il festival mostra per la prima volta la casa rabbinica e i resti della sinagoga, c'è Montevago dove si avverte ancora il dolore del terremoto, inoltrandosi tra le macerie che sono state rese un museo en plein air.

O ancora Naro che mostra la sua bellissima Bibbia poliglotta. A Sant’Angelo Muxaro  si visita il regno antico di Kokalos e a Santo Stefano di Quisquina si va in pellegrinaggio dalla Santuzza. A Sambuca si tornerà sulle sponde del Lago Arancio per visitare il fortino di Mazzallakkar, ma stavolta c’è anche un palmento preistorico.

Si può scegliere Bivona, patria delle pesche, scoprirete un parco artistico naturale dove si respira arte e bellezza e a Burgio, dal cuore antico, si attivano percorsi visitabili per la prima volta.

Risalendo verso Palermo ma restando sempre in terre sicane, ecco Contessa Entellina dove tra i tanti tesori, ci sarà anche una masseria fortificata, ma non dimenticate l’abbazia, di una bellezza quasi irreale. Poi c’è Giuliana che vive all’ombra del suo castello federiciano, che ospiterà concerti e degustazioni. 

La new entry Chiusa Sclafani, che conserva ancora intatto il suo cuore medievale, si perde tra monasteri, abbazie e palazzi nobiliari. Poi c’è Prizzi, il più alto borgo dei Sicani, con le sue tantissime chiese e i reperti archeologici dell’antica Hyppana e c'è Castronovo, invece, abitata sin dai tempi preistorici come testimoniano arcosoli e tombe, ci si muove tra abbeveratoi, resti di mulini ad acqua, fontane, cannoli e lavatoi.

Eccoci sulle Madonie: c’è Blufi piccina, che l’anno scorso era nera nera di fiamme e oggi apre il suo santuario nato lì dove sgorga un olio miracoloso. 

Ma la vera patria delle olive è San Mauro Castelverde dove si va per antichi frantoi a cavallo di due secoli e ci si potrà riposare sotto l’ulivo Matusalemme: 1800 anni portati con brio. A Petralia Soprana spunteranno gli stendardieri e vi faranno addirittura provare a far roteare una bandiera. Geraci Siculo è un gioiello e lo è anche di più perché sospesa sul vuoto.

E Gangi, una montagna vestita di case,  tra musei delle tradizioni contadine, palazzi baronali con misteriosi simboli alchemici e i capolavori di Gianbecchina.  Scendendo un po’, da Isnello partirà una passeggiata che, attraverso una stretta fenditura di roccia, arriverà ai ruderi del castello. 

A Baucina vi spiegheranno cosa è una comunità: che prepara insieme il cuddiruni, o sfila dietro la vara di Santa Fortunata finanziata dagli emigrati; nella chiesa-salotto di San Benedetto alla Badia, a Caccamo, c’è un pavimento di oltre 5000 mattonelle dai colori vivaci che rappresentano paesaggi, animali, angeli.

A Piana degli Albanesi parleranno la bellissima lingua arbëreshë, tra visite guidate, esperienze e passeggiate; a palazzo Pecoraro Maggi a Vicari vi mostreranno nove dipinti ritrovati e restaurati con fondi per l’agricoltura. Chiude Pollina, dove incontrerete chi raccoglie la manna, le “lacrime” bianche dei frassini. 

Nel Nisseno, a Sutera ci si potrà affacciare dal “balcone della Sicilia” e a Vallelunga Pratameno, ci si siede tra banchi da libro “Cuore” ricevendo anche una pagella “monarchica”.

Si sale ancora, eccoci nel Messinese: a Mirto ci si perde tra pizzi e merletti, sparati e damaschi, poi si arriva sui Nebrodi ed ecco i borghi più piccini, stretti stretti come fratelli, con conventi che affiorano dai boschi.

Frazzanò è una manciata di case adagiate con grazia lungo la vallata del fiume Fitalia, ma San Filippo di Fragalà è tra i più antichi monasteri basiliani del Sud. A San Piero Patti invece vi perderete tra i vicoletti di Arabite che era una vera e propria casbah araba. 

La new entry del festival, Alcara Li Fusi si è messa d’impegno, il programma è bellissimo e vi porterà là dove  nidificano i grifoni. Dai Nebrodi ai Peloritani è un attimo: di Graniti s’innamorò perdutamente Francis Ford Coppola che qui girò alcune scene del Padrino, come anche nella vicina Savoca, dove tra l’altro, si potrà assistere a una serata-tributo  al film che celebra i suoi primi 50 anni.

Uno si distende alle pendici dell’Etna, l’altro è adagiato sulle colline a nord dei monti Iblei, da un capo all’altro della provincia di Catania: Piedimonte Etneo è un borgo “giovane”, nato a metà ‘600, ma dopo esser scesi dal campanile, dirigetevi verso Borgo Vena per ascoltare la storia della Madonna che fermò la lava. Licodia Eubea ricama invece origini paleolitiche e il suo splendido affresco della Grotta dei Santi, commuove.

Una provincia, un borgo: a Centuripe (Enna) aprono due chiese che sono merletti barocchi; a Portopalo di Capo Passero (Siracusa) si capirà cosa era il “garum” romano, ma si prenderà anche la barca per raggiungere un’isola nell’isola.

Dall’altro capo esatto, Calatafimi Segesta (Trapani) si potrà partecipare a numerosi laboratori artistici e vi mostreranno i Giardini della Kaggera, un Eden incontaminato che accoglie antichi mulini, i giardini di arance, l’antico lavatoio del lino di Contrada Canale e le “zachie arabe”.

Un programma corposo che si può integrare con gli spettacoli del Segesta Teatro Festival a breve distanza.
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