La realtà e la sua rappresentazione: "Un luogo qualunque" di tre artisti siciliani

Giuseppe Costa - Disincanto, pastelli e grafite su carta, 2015 (part.)
Sacca gallery apre le porte ad un nuovo progetto espositivo: "Un luogo qualunque" di Giuseppe Costa, Marilina Marchica e Federico Severino, a cura di Giovanni Scucces, sulla visione del rapporto fra la realtà e la sua rappresentazione in chiave metaforica e intimistica. Così può accadere che in questa trasposizione si possano perdere i riferimenti naturalistici e ambientali in genere.
I lavori dei tre artisti in mostra esprimono una modalità di esplorazione del volto mutevole della nostra Terra, restituiscono le emozioni che ogni individuo può provare di fronte alla visione di un paesaggio, di un ambiente o di un luogo e rappresentano una maniera di rendere manifesti gli stati d'animo che accompagnano nella nostra natura più profonda.
Per Giuseppe Costa (Palermo, 1980) il disegno è uno strumento di elaborazione nostalgica e pratica intima attraverso cui riconfigurare frammenti di memoria individuale e al contempo condivisibile. All’insegna di una suggestione romantica e dell’esplorazione dell’ignoto. Realizza disegni a carboncino, pastelli o grafite su carta che, nella loro evanescenza, si aprono a molteplici livelli di interpretazione.
Nelle opere di Marilina Marchica (Agrigento, 1984) il paesaggio e la natura conducono la visione oggettiva del reale al limite dell'astrazione. Attraverso un procedimento a levare, volto a rimuovere ciò che è superfluo, va alla ricerca del senso che emerge dall’ambiente circostante e dal vissuto comune. In questa mostra sono presenti alcuni lavori della serie "Landscapes" costituiti da immagini poetiche e rarefatte.
La ricerca di nuove visioni intime di paesaggio di Federico Severino (Milano, 1990), sono intese come luogo e parte dell'esperienza vissuta. Nella serie "Landscape" è la natura a ispirarlo. Più di recente con i lavori di “Urban landscapes” è affiorata pure l’esigenza di confrontarsi con i paesaggi urbani. Essi, nel complesso, sono delle proiezioni mentali ed esperienziali. In generale si tratta di immagini che gradualmente si dissolvono e perdono i loro confini, diventano spazi aperti o ambienti contemplativi.
I lavori dei tre artisti in mostra esprimono una modalità di esplorazione del volto mutevole della nostra Terra, restituiscono le emozioni che ogni individuo può provare di fronte alla visione di un paesaggio, di un ambiente o di un luogo e rappresentano una maniera di rendere manifesti gli stati d'animo che accompagnano nella nostra natura più profonda.
Per Giuseppe Costa (Palermo, 1980) il disegno è uno strumento di elaborazione nostalgica e pratica intima attraverso cui riconfigurare frammenti di memoria individuale e al contempo condivisibile. All’insegna di una suggestione romantica e dell’esplorazione dell’ignoto. Realizza disegni a carboncino, pastelli o grafite su carta che, nella loro evanescenza, si aprono a molteplici livelli di interpretazione.
Nelle opere di Marilina Marchica (Agrigento, 1984) il paesaggio e la natura conducono la visione oggettiva del reale al limite dell'astrazione. Attraverso un procedimento a levare, volto a rimuovere ciò che è superfluo, va alla ricerca del senso che emerge dall’ambiente circostante e dal vissuto comune. In questa mostra sono presenti alcuni lavori della serie "Landscapes" costituiti da immagini poetiche e rarefatte.
La ricerca di nuove visioni intime di paesaggio di Federico Severino (Milano, 1990), sono intese come luogo e parte dell'esperienza vissuta. Nella serie "Landscape" è la natura a ispirarlo. Più di recente con i lavori di “Urban landscapes” è affiorata pure l’esigenza di confrontarsi con i paesaggi urbani. Essi, nel complesso, sono delle proiezioni mentali ed esperienziali. In generale si tratta di immagini che gradualmente si dissolvono e perdono i loro confini, diventano spazi aperti o ambienti contemplativi.
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