Là dove i francescani curavano gli appestati: visita e degustazione al Museo San Rocco di Trapani
L'interno del Museo San Rocco di Trapani
L'amore per i prodotti della terra, la scoperta dei gioielli nascosti della Sicilia: da questo incontro nasce "Planeta e Tesori", iniziativa promossa dall'azienda Planeta in occasione della nuova edizione de "Le Vie dei Tesori", in programma a partire dal 14 settembre (leggi l'articolo di approfondimento).
Uno scrigno d’arte di Trapani accoglie i visitatori per la visita guidata con degustazione di vini Planeta, venerdì 28 settembre: è il Museo San Rocco.
La storia di questo luogo comincia quando la famiglia del nobile Berardo Di Ferro donò ai francescani terziari la propria chiesa intitolata a san Rocco per curare gli appestati, a condizione di non cambiarne il nome.
Il santo, guarito dalla peste, era stato taumaturgo e appartenente all’ordine francescano. Il priore Michele Burgio curò l’ampliamento della chiesa e il completamento. Nel 1878 l’edificio barocco venne trasformato in ufficio postale, tanto che ancor oggi qualcuno chiama il San Rocco la Posta Vecchia.
Poi chiuso fino al 2012, infine destinato a oratorio, polo culturale e museale, dove sono esposte opere di artisti noti, come Carla Accardi, e di altri emergenti. Oggi si presenta come un laboratorio di confronto culturale della Chiesa con il mondo dell’arte.
Uno scrigno d’arte di Trapani accoglie i visitatori per la visita guidata con degustazione di vini Planeta, venerdì 28 settembre: è il Museo San Rocco.
La storia di questo luogo comincia quando la famiglia del nobile Berardo Di Ferro donò ai francescani terziari la propria chiesa intitolata a san Rocco per curare gli appestati, a condizione di non cambiarne il nome.
Il santo, guarito dalla peste, era stato taumaturgo e appartenente all’ordine francescano. Il priore Michele Burgio curò l’ampliamento della chiesa e il completamento. Nel 1878 l’edificio barocco venne trasformato in ufficio postale, tanto che ancor oggi qualcuno chiama il San Rocco la Posta Vecchia.
Poi chiuso fino al 2012, infine destinato a oratorio, polo culturale e museale, dove sono esposte opere di artisti noti, come Carla Accardi, e di altri emergenti. Oggi si presenta come un laboratorio di confronto culturale della Chiesa con il mondo dell’arte.
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