La dimora del cugino di Tomasi di Lampedusa: visite alla Villa Cianciafara di Messina

Villa Cianciafara a Messina
Viene ricostruita la vera anima liberty della Messina di inizio secolo, attraverso le ville private, i palazzetti storici, persino il Circolo della Borsa (inedito anche per i messinesi).
La città dello Stretto riaccoglie "Le Vie dei Tesori", e apre quest’anno ventinove luoghi, dal 14 al 30 settembre, per tre weekend.
Non ha nulla da invidiare a tante ville storiche siciliane la splendida Villa Cianciafara di Messina, costruita alla fine del Settecento su un preesistente edificio medievale.
Filippo Cianciafara, raffinato fotografo e incisore, nacque e visse tra queste mura e in questi giardini, tra puttini, fontane, pergolati, un delizioso tempietto. Condivideva l’amore per l’arte e la natura con i suoi celebri cugini, Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Lucio Piccolo.
La Villa è uno dei pochi esempi architettonici del 18esimo secolo che si presenta pressoché intatto, nonostante calamità naturali e varie vicissitudini. Originariamente, qui si svolgevano soprattutto attività agricole, come suggerisce la distribuzione degli spazi esterni: l’edificio padronale circondato dalle case coloniche, il lavatoio, il palmento, il magazzino per il vino, il frantoio, il forno, la cappella. Defilati, nei pressi dell’orto, la stalla e il fienile. Dentro, preziosi arredi, confluiti dal palazzo dei Principi Filangeri Tasca di Cutò e da Casa Mallandrino, tra i quali una tavola di Antonello de Saliba.
La visita ha una durata di 35 minuti ed è parzialmente accessibile ai disabili.
La città dello Stretto riaccoglie "Le Vie dei Tesori", e apre quest’anno ventinove luoghi, dal 14 al 30 settembre, per tre weekend.
Non ha nulla da invidiare a tante ville storiche siciliane la splendida Villa Cianciafara di Messina, costruita alla fine del Settecento su un preesistente edificio medievale.
Filippo Cianciafara, raffinato fotografo e incisore, nacque e visse tra queste mura e in questi giardini, tra puttini, fontane, pergolati, un delizioso tempietto. Condivideva l’amore per l’arte e la natura con i suoi celebri cugini, Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Lucio Piccolo.
La Villa è uno dei pochi esempi architettonici del 18esimo secolo che si presenta pressoché intatto, nonostante calamità naturali e varie vicissitudini. Originariamente, qui si svolgevano soprattutto attività agricole, come suggerisce la distribuzione degli spazi esterni: l’edificio padronale circondato dalle case coloniche, il lavatoio, il palmento, il magazzino per il vino, il frantoio, il forno, la cappella. Defilati, nei pressi dell’orto, la stalla e il fienile. Dentro, preziosi arredi, confluiti dal palazzo dei Principi Filangeri Tasca di Cutò e da Casa Mallandrino, tra i quali una tavola di Antonello de Saliba.
La visita ha una durata di 35 minuti ed è parzialmente accessibile ai disabili.
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