La basilica del santo che sconfisse la peste: apre alle visite la collegiata di San Sebastiano ad Acireale

Collegiata di San Sebastiano ad Acireale
Campanili, palazzi nobiliari, aree archeologiche, chiese nascoste e cripte affrescate: a Marsala approda la manifestazione "Le Vie dei Tesori" nei tre weekend dal 13 al 29 settembre (leggi l'articolo di approfondimento). Una città che va scoperta dai cunicoli alle terrazze sul mare, fino a musei inediti con le loro collezioni.
Fu San Sebastiano a scongiurare la peste del 1577: e i fedeli aumentarono talmente tanto da costringere i rettori della confraternita a lasciare il piccolo oratorio che sorgeva là dove ora è la chiesa di sant’Antonio da Padova. La statua del santo – rimasta sull’altare per tutta la durata della pestilenza che risparmiò Aci, ma sterminò gli abitanti delle città vicine – migrò quindi nella nuova basilica la cui costruzione iniziò nel 1608 e fu completata nel 1644.
Venerando Costanzo si occupò degli affreschi sulla vita di San Sebastiano, e Baldassare Grasso realizzò quelli del coro. Ma dove non poté la peste, riuscì il terremoto del 1693: il Val di Noto contò 60 mila vittime, 739 solo ad Aci. Crollarono coro, sagrestia e oratorio, la ricostruzione partì nel 1695. La facciata di Angelo Bellofiore è uno straordinario esempio di barocco siciliano.
Ad Acireale sono 10 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 30 minuti e non è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 22 settembre da Palermo ad Acireale, al costo di 25 euro.
Fu San Sebastiano a scongiurare la peste del 1577: e i fedeli aumentarono talmente tanto da costringere i rettori della confraternita a lasciare il piccolo oratorio che sorgeva là dove ora è la chiesa di sant’Antonio da Padova. La statua del santo – rimasta sull’altare per tutta la durata della pestilenza che risparmiò Aci, ma sterminò gli abitanti delle città vicine – migrò quindi nella nuova basilica la cui costruzione iniziò nel 1608 e fu completata nel 1644.
Venerando Costanzo si occupò degli affreschi sulla vita di San Sebastiano, e Baldassare Grasso realizzò quelli del coro. Ma dove non poté la peste, riuscì il terremoto del 1693: il Val di Noto contò 60 mila vittime, 739 solo ad Aci. Crollarono coro, sagrestia e oratorio, la ricostruzione partì nel 1695. La facciata di Angelo Bellofiore è uno straordinario esempio di barocco siciliano.
Ad Acireale sono 10 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 30 minuti e non è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 22 settembre da Palermo ad Acireale, al costo di 25 euro.
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