"L'Orazione per Falcone e Borsellino" chiude le Orestiadi: gli spettacoli (al tramonto) al Cretto di Burri
Fabrizio Ferracane, Filippo Luna, Enrico Stassi
La memoria, il ricordo, il racconto, la storia unica di Gibellina e delle sue Orestiadi si chiudono al Cretto di Burri con gli spettacoli al tramonto di venerdì 5 e sabato 6 agosto.
Grazie al sostegno dell’Assessorato ai Beni culturali e dell’identità siciliana della Regione Sicilia, per un progetto speciale, proseguono con successo la creazione ed installazione di eventi unici tra teatro, musica e narrazione all’interno del Cretto di Burri.
La grande opera di land art che Alberto Burri ha progettato sulle macerie della città vecchia, distrutta dal terremoto.
Come già immaginato in questi anni per questo luogo mistico tra arte e memoria, si continuano a progettare produzioni uniche dal forte impatto emotivo, partendo dall’identità del luogo.
Eventi al tramonto di natura itinerante, progetti “site specific” che mettano in scena l’unicità artistica dello spazio, in cui l’arte visiva incontra la parola ed il suono.
«Osserva le stragi di mafia dalla tana schifosa di un topo di fogna, poi si guarda in giro, e dovunque racconta la peste della città collusa. Quella che ingrassa i colpevoli col suo silenzio e poi fruga tra i libri le parole più alte per esprimere il dolore, quella dei «beneficiari di sovvenzioni pubbliche, dei burocrati regionali e dei principi del foro, di certe redazioni tristi maestre nell’ affogare i fatti».
È la “Orazione per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”, scritta di getto dal giornalista Salvo Licata sedici giorni dopo la strage di via D’ Amelio, e messa in scena per la prima volta nel ’92 a Gibellina, il 16 agosto di quell’ anno, nel giorno di San Rocco, per le Orestiadi. Quel testo oggi torna a casa, dopo trent’anni, sul Cretto di Burri.
Licata racconta il dolore, l’ipocrisia e la tragedia di un anno – il terribile ’92 – che avrebbe cambiato per sempre il corso della storia. Era una poesia a futura memoria, ancora oggi viva, un testo che si arricchisce sempre di elementi, di cose che accadono e che lo rendono – atrocemente, dolcemente – contemporaneo.
Sabato 6 agosto, le Orestiadi di Gibellina si chiudono con l’atteso ritorno al Cretto di Marco Paolini con il suo nuovo spettacolo "Sani!", teatro fra parentesi, musiche di Saba Anglana e Lorenzo Manguzzi.
Sani è parola che canta, concerto, ballata popolare che in un dialogo stretto alterna storie e canzoni. Così in Sani! ogni storia e ogni canzone raccontano qualcosa, alcuni temi si intrecciano ma la trama resta leggera come deve essere in un concerto.
Il filo conduttore è autobiografico, nelle sue storie Paolini racconta momenti di crisi piccoli e grandi, personali e collettivi che hanno cambiato il corso delle cose. Le crisi raccontate come occasioni, a volte prese al volo, altre volte incomprese e sprecate.
Sulla scena un enorme castello di carte mostra la fragilità dell’equilibrio di ogni sistema ecologico, naturale o artificiale, ma la prosa del racconto televisivo a teatro si fa ballata, permette salti e capriole. Paolini racconta le tragicomiche conseguenze del suo primo (e unico) incontro con Carmelo bene nel 1983 che ha cambiato la sua direzione teatrale e subito dopo la contemporanea crisi della guerra fredda che ebbe come protagonista Stanislav Petrov.
Il punto esclamativo esprime la fiducia nella risposta al saluto degli spettatori. Guadagnarsi quella fiducia, trasmetterla è la sfida di questo teatro fra parentesi.
BICCHIERE DI VINO
A chi partecipa agli spettacoli del Festival delle Orestiadi viene offerto, in Fondazione, un bicchiere di vino di Tenute Orestiadi (main sponsor del Festival). All'interno del baglio della Fondazione c'è una sala dedicata al vino Ludovico che, prima degli spettacoli, è visitabile gratuitamente.
MUSEO DELLE TRAME MEDITERRANEE
Sempre prima di ogni spettacolo è possibile visitare la collezione di arte contemporanea e di arti decorative del Museo delle Trame Mediterranee all'interno della Fondazione, oltre alle tre mostre allestite al Baglio di Stefano: "Le mura di Sana'a - omaggio a Pierpaolo Pasolini" di Franco Accursio Gulino, "PPP - Il cinema, il teatro: materiali per una ricognizione" a cura di Umberto Cantone e l'esposizione fotografica "Da Beirut ad Aleppo" a cura di Houda Cassatly.
Grazie al sostegno dell’Assessorato ai Beni culturali e dell’identità siciliana della Regione Sicilia, per un progetto speciale, proseguono con successo la creazione ed installazione di eventi unici tra teatro, musica e narrazione all’interno del Cretto di Burri.
La grande opera di land art che Alberto Burri ha progettato sulle macerie della città vecchia, distrutta dal terremoto.
Come già immaginato in questi anni per questo luogo mistico tra arte e memoria, si continuano a progettare produzioni uniche dal forte impatto emotivo, partendo dall’identità del luogo.
Eventi al tramonto di natura itinerante, progetti “site specific” che mettano in scena l’unicità artistica dello spazio, in cui l’arte visiva incontra la parola ed il suono.
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Venerdì 5 agosto, dalle 18.45 alle 20.15, è la volta di "Orazione per Falcone e Borsellino nel giorno di San Rocco” di Salvo Licata con Fabrizio Ferracane, Filippo Luna, Enrico Stassi con la partecipazione musicale straordinaria di Vasco Brondi, nei trent’anni delle stragi del 1992.«Osserva le stragi di mafia dalla tana schifosa di un topo di fogna, poi si guarda in giro, e dovunque racconta la peste della città collusa. Quella che ingrassa i colpevoli col suo silenzio e poi fruga tra i libri le parole più alte per esprimere il dolore, quella dei «beneficiari di sovvenzioni pubbliche, dei burocrati regionali e dei principi del foro, di certe redazioni tristi maestre nell’ affogare i fatti».
È la “Orazione per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”, scritta di getto dal giornalista Salvo Licata sedici giorni dopo la strage di via D’ Amelio, e messa in scena per la prima volta nel ’92 a Gibellina, il 16 agosto di quell’ anno, nel giorno di San Rocco, per le Orestiadi. Quel testo oggi torna a casa, dopo trent’anni, sul Cretto di Burri.
Licata racconta il dolore, l’ipocrisia e la tragedia di un anno – il terribile ’92 – che avrebbe cambiato per sempre il corso della storia. Era una poesia a futura memoria, ancora oggi viva, un testo che si arricchisce sempre di elementi, di cose che accadono e che lo rendono – atrocemente, dolcemente – contemporaneo.
Sabato 6 agosto, le Orestiadi di Gibellina si chiudono con l’atteso ritorno al Cretto di Marco Paolini con il suo nuovo spettacolo "Sani!", teatro fra parentesi, musiche di Saba Anglana e Lorenzo Manguzzi.
Sani è parola che canta, concerto, ballata popolare che in un dialogo stretto alterna storie e canzoni. Così in Sani! ogni storia e ogni canzone raccontano qualcosa, alcuni temi si intrecciano ma la trama resta leggera come deve essere in un concerto.
Il filo conduttore è autobiografico, nelle sue storie Paolini racconta momenti di crisi piccoli e grandi, personali e collettivi che hanno cambiato il corso delle cose. Le crisi raccontate come occasioni, a volte prese al volo, altre volte incomprese e sprecate.
Sulla scena un enorme castello di carte mostra la fragilità dell’equilibrio di ogni sistema ecologico, naturale o artificiale, ma la prosa del racconto televisivo a teatro si fa ballata, permette salti e capriole. Paolini racconta le tragicomiche conseguenze del suo primo (e unico) incontro con Carmelo bene nel 1983 che ha cambiato la sua direzione teatrale e subito dopo la contemporanea crisi della guerra fredda che ebbe come protagonista Stanislav Petrov.
Il punto esclamativo esprime la fiducia nella risposta al saluto degli spettatori. Guadagnarsi quella fiducia, trasmetterla è la sfida di questo teatro fra parentesi.
BICCHIERE DI VINO
A chi partecipa agli spettacoli del Festival delle Orestiadi viene offerto, in Fondazione, un bicchiere di vino di Tenute Orestiadi (main sponsor del Festival). All'interno del baglio della Fondazione c'è una sala dedicata al vino Ludovico che, prima degli spettacoli, è visitabile gratuitamente.
MUSEO DELLE TRAME MEDITERRANEE
Sempre prima di ogni spettacolo è possibile visitare la collezione di arte contemporanea e di arti decorative del Museo delle Trame Mediterranee all'interno della Fondazione, oltre alle tre mostre allestite al Baglio di Stefano: "Le mura di Sana'a - omaggio a Pierpaolo Pasolini" di Franco Accursio Gulino, "PPP - Il cinema, il teatro: materiali per una ricognizione" a cura di Umberto Cantone e l'esposizione fotografica "Da Beirut ad Aleppo" a cura di Houda Cassatly.
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