"L'eco del classico", da Milano ad Agrigento: in mostra le opere di Francesco Messina

Le opere che lo scultore Francesco Messina ha lasciato in eredità alla città di Milano arrivano in Sicilia: al Museo Archeologico "Pietro Griffo" è allestita la mostra "L'eco del classico. La Valle dei Templi allo studio museo Francesco Messina", visitabile fino al 21 febbraio. Un dialogo con i capolavori dell'antichità a cui l'artista si è sempre ispirato.
La mostra nasce dalla collaborazione tra lo Studio Museo Francesco Messina, il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi e la Soprintendenza di Agrigento. Le 58 opere dell'artista siciliano Francesco Messina, conservate presso lo Studio – Museo di Milano, hanno raggiunto Agrigento.
Il focus della mostra, testamento spirituale dell'artista, si concentra su alcuni grandi temi sui quali Messina si è soffermato attraverso il suo linguaggio estetico.
Il corpo ed i ritratti, sono affiancati da opere della storia e dell'archeologia, presenti all'interno del Museo Griffo, che mettono in evidenza la relazione vivificante tra i capolavori dell’arte antica e le opere di Messina, che ha fatto della rielaborazione classica la propria cifra espressiva, sottolineando quella eredità preziosa che il tempo ha consegnato e imponendo di valorizzarne l'essenza attraverso linguaggi nuovi e aperti.
La mostra nasce dalla collaborazione tra lo Studio Museo Francesco Messina, il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi e la Soprintendenza di Agrigento. Le 58 opere dell'artista siciliano Francesco Messina, conservate presso lo Studio – Museo di Milano, hanno raggiunto Agrigento.
Il focus della mostra, testamento spirituale dell'artista, si concentra su alcuni grandi temi sui quali Messina si è soffermato attraverso il suo linguaggio estetico.
Il corpo ed i ritratti, sono affiancati da opere della storia e dell'archeologia, presenti all'interno del Museo Griffo, che mettono in evidenza la relazione vivificante tra i capolavori dell’arte antica e le opere di Messina, che ha fatto della rielaborazione classica la propria cifra espressiva, sottolineando quella eredità preziosa che il tempo ha consegnato e imponendo di valorizzarne l'essenza attraverso linguaggi nuovi e aperti.
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