L'arte degli oggetti e dei ricordi: la mostra di Cinzia Farina a Bagheria

Una delle opere esposte alla mostra "Le parole e le cose" di Cinzia Farina
Sabato 7 dicembre alle 17.30 il Centro d'Arte e Cultura "Piero Montana" di Bagheria ospita l'inaugurazione della mostra d'arte contemporanea "Le parole e le cose", a cura dell'artista Cinzia Farina.
L’opera di Cinzia Farina è un viaggio singolare, difficile da definire, proprio perché sfida ogni tentativo di categorizzazione.
Le sue creazioni parlano attraverso un linguaggio che si sottrae a ogni etichetta, proponendo un'esperienza poetica unica che trascende la pura visività.
È proprio per questo che definire la sua arte come "poesia visiva" sarebbe riduttivo, perché l'intento dell'artista è molto più profondo: coniugare il verbo alla materia, intrecciando parole e oggetti che portano con sé storie e affetti.
Le opere di Farina invitano lo spettatore a un’intima riflessione, fatta di ascolto silenzioso e partecipato.
Non si tratta solo di osservare gli oggetti o le parole, ma di immergersi nella loro poetica, che nasce dal legame affettivo dell'artista con i materiali usati.
Vecchi tessuti, carte ingiallite, chiodi arrugginiti, oggetti dimenticati o apparentemente inutili diventano, nelle mani di Farina, frammenti di memoria, tracce di un tempo che non è mai davvero passato, ma che continua a vivere attraverso le cose.
La mostra è aperta al pubblico dal 7 al 28 dicembre, tutti i giorni, inclusi i festivi, dalle 17.00 alle 20.00.
L’opera di Cinzia Farina è un viaggio singolare, difficile da definire, proprio perché sfida ogni tentativo di categorizzazione.
Le sue creazioni parlano attraverso un linguaggio che si sottrae a ogni etichetta, proponendo un'esperienza poetica unica che trascende la pura visività.
È proprio per questo che definire la sua arte come "poesia visiva" sarebbe riduttivo, perché l'intento dell'artista è molto più profondo: coniugare il verbo alla materia, intrecciando parole e oggetti che portano con sé storie e affetti.
Le opere di Farina invitano lo spettatore a un’intima riflessione, fatta di ascolto silenzioso e partecipato.
Non si tratta solo di osservare gli oggetti o le parole, ma di immergersi nella loro poetica, che nasce dal legame affettivo dell'artista con i materiali usati.
Vecchi tessuti, carte ingiallite, chiodi arrugginiti, oggetti dimenticati o apparentemente inutili diventano, nelle mani di Farina, frammenti di memoria, tracce di un tempo che non è mai davvero passato, ma che continua a vivere attraverso le cose.
La mostra è aperta al pubblico dal 7 al 28 dicembre, tutti i giorni, inclusi i festivi, dalle 17.00 alle 20.00.
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