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John Maybury ritrae il performer Arthur Gillet: da Fpac l'arte contemporanea evoca la Sicilia dei classici

  • Francesco Pantaleone Arte Contemporanea - Palermo
  • Dal 16 marzo al 20 aprile 2019 (evento concluso)
  • Visitabile dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00
  • Gratuito
  • Per maggiori informazioni telefonare al numero 091 332482
Balarm
La redazione

Arthur Gillet per il progetto con John Maybury

L'inedito progetto collaborativo dell'artista John Maybury (1958) con il performer Arthur Gillet (1986) - catalizzato nel 2015 da Francesco Pantaleone che li fece incontrare con l'idea di fare un viaggio attraverso la Sicilia antica - rimanda ai soggetti rappresentati da Von Gloeden, fotografo tedesco che si stabilì a Taormina nella seconda metà dell’Ottocento realizzando dei tableaux vivants fotografici en plein air con efebi nudi in varie pose. 

Le immagini fotografiche in bianco e nero di Maybury prendono vita nei video che aprono nuove visioni di forza, controllo e armonia, dove i movimenti e le forme del corpo scultoreo di Gillet vengono esaltate dai bordi duri e senza tempo della pietra e dalla magnificenza del teatro antico di Segesta, che affaccia sull’ampio panorama del golfo.

Arthur Gillet fonde i suoi movimenti in un connubio perfetto con gli angoli delle architetture classiche che sembrano diventare un tutt’uno con il linguaggio fluido e potente del suo corpo. Le sue pose sensuali rimandano sia alle danze dionisiache che alla tensione della statuaria ellenistica, dove ogni muscolo del corpo trasmette un forte pathos.

Nei lavori video girati da Maybury, in collaborazione con Gillet a Segesta, alcuni elementi nel modo di riprendere il corpo che danza, nell'immagine duplicata e sovrapposta, gli effetti psichedelici, si ricollegano ai suoi video sperimentali della fine degli anni ’80.

Elementi di estetica postmoderna in cui l'artificio e il citazionismo vengono utilizzati per creare dei collage originali, in riferimento alla tecnica surrealista del cut-up usata dallo scrittore William Burroughs. 

Questi motivi rappresentano la cifra stilistica tipica del linguaggio visivo di Maybury, uno stile fatto di eccessi visivi, performances sessuali spesso omoerotiche e critica sociale.

John Maybury è un pluripremiato regista britannico. Ha studiato al North East London Polytechnic, al Central St. Martins College of Art and Design e ha progettato scenografie per il film "Jubilee" di Derek Jarman, lavorando con lui anche sui lungometraggi, "The Last of England", "War Requiem" e "The Tempest". Dall’inizio degli anni ’80 divenne un esponente di spicco della scena del cinema indipendente nel Regno Unito.

Insieme al suo collega studente altrettanto precoce, Cerith Wyn Evans, Maybury ha aperto la strada ad uno stile che era spudoratamente esotico, con influenze da Kenneth Anger a Jean Cocteau. La prima grande mostra dedicata a questo movimento, dal titolo "A Certain Sensibility", fu ospitata nel 1981 all'ICA (Institute for Contemporary Art) di Londra.

Durante gli anni '80 ha prodotto numerosi cortometraggi e video musicali tra cui quello per la canzone "Nothing Compares 2 U", di Sinead O’Connor. Nel 1998 ha prodotto il suo primo lungometraggio "Love Is the Devil: Studio per un ritratto" di Francis Bacon, film biografico sulla vita del pittore Francis Bacon.

Nel 2005 ha diretto "The Jacket" e nel 2008 il suo film "The Edge of Love", un film biografico sulla vita del poeta gallese Dylan Thomas con Sienna Miller, Matthew Rhys e Keira Knightley. Ha anche diretto l'episodio finale dell’acclamata serie televisiva "Roma" della HBO/BBC. Nel 2005 è stato inserito nell’elenco dei 100 gay e lesbiche più influenti in Gran Bretagna. 

Arthur Gillet è un artista, performer e designer francese. Ha studiato alla Fine Art School di Rennes e danza contemporanea al Musée de la Danse. Ha partecipato al SaloneSatellite del Salone Internazionale del Mobile di Milano. Dopo la laurea e un lungo pellegrinaggio in Italia, si è trasferito a Parigi nel 2012, dove ha esposto installazioni e spettacoli al MAC / VAL, al Musée d’Art Moderne di Parigi e al Palais de Tokyo.

Ha collaborato principalmente con Cassina, John Maybury, François Chaignaud, Cecilia Bengolea e Louis Phillipe Scoufaras. Nel 2015 ha vinto un premio per giovani talenti alla fiera internazionale parigina del design Maison & Objet, per il progetto in ceramica "Seven erections".

Il suo lavoro che ruota intorno alle tematiche dell'identità, del desiderio, dell'immagine e della percezione della realtà lo porta a giocare in gran parte con il proprio corpo e la propria immagine vista attraverso la percezione altrui creando un'identità plurima.

Ponendo la questione del genere ma anche dei generi, il suo lavoro si insinua in pubblicazioni e altri progetti erotici, artistici o di moda. Giocare con i generi implica anche confondere le delimitazioni sociali tra il modello e l’artista, l'oggetto e il soggetto, riferendosi letteralmente all’organizzazione simbolica e sociale del potere e al desiderio tra sotto, passivo e sopra, attivo.

Il suo happening nella mostra sul nudo maschile al Musée d’Orsay e l’installazione-spettacolo alla Pierre-Alain Challier’s Gallery sono evidentemente legate a questo approccio sperimentale ed empirico del ruolo del modello non-passivo nel processo di produzione dell'immagine, attraverso gli strumenti dell'era della dematerializzazione.
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