Il tempio che custodisce il celebre Vascello d'argento: alla scoperta della Chiesa di Portosalvo dei Marinai a Messina

Chiesa di Santa Maria di Portosalvo dei Marinai a Messina
Viene ricostruita la vera anima liberty della Messina di inizio secolo, attraverso le ville private, i palazzetti storici, persino il Circolo della Borsa (inedito anche per i messinesi).
La città dello Stretto riaccoglie "Le Vie dei Tesori", e apre quest’anno ventinove luoghi, dal 14 al 30 settembre, per tre weekend.
Era il 1745 quando la Confraternita dei Marinai edificò la chiesetta della Madonna di Portosalvo, per il culto e per custodire il celebre Vascelluzzo. Questo singolare fercolo rivestito d’argento, finemente cesellato, raffigura un galeone con le vele. Era stato commissionato, nel 1644, dalla stessa Confraternita per tramandare la memoria di un prodigio attribuito al periodo dei Vespri siciliani, nel 1282, o, secondo un’altra leggenda, ai primi anni del 1300.
La Città, assediata e rimasta priva di viveri, si era rivolta al monaco Alberto che aveva invitato tutti a pregare la Vergine Maria. Poco dopo comparvero all’orizzonte misteriosi vascelli carichi di grano, imbarcazioni-fantasma senza equipaggio. Ogni anno questo simulacro, opera di maestri argentieri messinesi, viene condotto in processione nel giorno del Corpus Domini dalla chiesetta alla cattedrale. Sul fercolo viene posto il reliquario contenente il sacro capello della Vergine, oggetto di grande devozione popolare.
La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
La città dello Stretto riaccoglie "Le Vie dei Tesori", e apre quest’anno ventinove luoghi, dal 14 al 30 settembre, per tre weekend.
Era il 1745 quando la Confraternita dei Marinai edificò la chiesetta della Madonna di Portosalvo, per il culto e per custodire il celebre Vascelluzzo. Questo singolare fercolo rivestito d’argento, finemente cesellato, raffigura un galeone con le vele. Era stato commissionato, nel 1644, dalla stessa Confraternita per tramandare la memoria di un prodigio attribuito al periodo dei Vespri siciliani, nel 1282, o, secondo un’altra leggenda, ai primi anni del 1300.
La Città, assediata e rimasta priva di viveri, si era rivolta al monaco Alberto che aveva invitato tutti a pregare la Vergine Maria. Poco dopo comparvero all’orizzonte misteriosi vascelli carichi di grano, imbarcazioni-fantasma senza equipaggio. Ogni anno questo simulacro, opera di maestri argentieri messinesi, viene condotto in processione nel giorno del Corpus Domini dalla chiesetta alla cattedrale. Sul fercolo viene posto il reliquario contenente il sacro capello della Vergine, oggetto di grande devozione popolare.
La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
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