Il martire inglese e la chiesa-museo: visite alla Chiesa Madre di Marsala dedicata a San Tommaso Becket

La Chiesa Madre di Marsala (foto di Igor Petyx)
Campanili, palazzi nobiliari, aree archeologiche, chiese nascoste e cripte affrescate: a Marsala approda la manifestazione "Le Vie dei Tesori" nei tre weekend dal 13 al 29 settembre. Una città che va scoperta dai cunicoli alle terrazze sul mare, fino a musei inediti con le loro collezioni.
Apre le porte al pubblico la Chiesa Madre di Marsala, dedicata a San Tommaso Becket. La sua storia comincia in epoca normanna, quando fu costruita sui ruderi di una basilica paleocristiana e dedicata a San Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury (martire, canonizzato appena qualche anno prima), per volere della regina Giovanna Plantageneta, figlia di Enrico II, moglie di Guglielmo II. Narra invece la leggenda che fu costruita con un carico di colonne di marmo di Corinto destinate a una chiesa inglese da dedicare al Santo, trasportate su una nave naufragata al largo di Marsala.
Un primo ampliamento risale al 1497, altri interventi vennero realizzati nel ‘500 e nel ‘600. Tra il 1824 e il 1827 venne eretta la cupola che mostrò subito la sua fragilità: e infatti crollò il 9 febbraio 1893, con gravi danni. Il restauro venne affidato a Giuseppe Damiani Almeyda.
Soltanto il 30 aprile 1903 veniva riaperta al culto, con l’aiuto degli emigrati in America per completarla. Oggi è un vero museo della devozione visto che accoglie dipinti e sculture di altre chiese distrutte o sconsacrate.
A Marsala sono 21 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 35 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione nei giorni 15 e 29 settembre da Palermo a Marsala, al costo di 15 euro.
Apre le porte al pubblico la Chiesa Madre di Marsala, dedicata a San Tommaso Becket. La sua storia comincia in epoca normanna, quando fu costruita sui ruderi di una basilica paleocristiana e dedicata a San Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury (martire, canonizzato appena qualche anno prima), per volere della regina Giovanna Plantageneta, figlia di Enrico II, moglie di Guglielmo II. Narra invece la leggenda che fu costruita con un carico di colonne di marmo di Corinto destinate a una chiesa inglese da dedicare al Santo, trasportate su una nave naufragata al largo di Marsala.
Un primo ampliamento risale al 1497, altri interventi vennero realizzati nel ‘500 e nel ‘600. Tra il 1824 e il 1827 venne eretta la cupola che mostrò subito la sua fragilità: e infatti crollò il 9 febbraio 1893, con gravi danni. Il restauro venne affidato a Giuseppe Damiani Almeyda.
Soltanto il 30 aprile 1903 veniva riaperta al culto, con l’aiuto degli emigrati in America per completarla. Oggi è un vero museo della devozione visto che accoglie dipinti e sculture di altre chiese distrutte o sconsacrate.
A Marsala sono 21 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 35 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione nei giorni 15 e 29 settembre da Palermo a Marsala, al costo di 15 euro.
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