"Il giardino siciliano come metafora": la mostra collettiva per Manifesta12 al Chiostro di San Domenico

L'Orto Botanico di Palermo (foto Cave Studio per "Manifesta 12")
Dalla collaborazione tra Goethe-Institut e Institut français Palermo nasce "Il giardino siciliano come metafora", mostra collettiva ospitata all'interno del Chiostro di San Domenico e visitabile fino al 10 novembre.
ll progetto, realizzato con Verein Düsseldorf Palermo e.V. e con il sostegno dei Ministeri degli Affari Esteri di Francia e Germania, Fondo Eliseo per la collaborazione franco-tedesca, rientra nel programma di eventi collaterali di Manifesta 12.
In questa mostra il giardino diventa metafora delle sfide che l’Europa e la Sicilia si trovano ad affrontare nell’età contemporanea.
Ogni artista ha dato il suo contributo con opere eccezionali: le foto di Gaël Le Bihan ritraggono le piante da molto vicino concentrandosi sulla superfcie del dettaglio, suggerendo un’analisi su come le piante morfologicamente si rapportano al mondo.
Le foglie porose ci rammentano della permeabilità del mondo, del fltro che le piante mettono in atto sempre, del loro fondamentale contributo alla creazione dell’atmosfera, le cortecce della loro capacità di estendersi sulla superfcie del globo, di moltiplicarsi e ripetersi al di là dei recinti posti dall’uomo.
La materia si trasfgura, la bidimensionalità delle fotografie di Le Bihan evoca la tridimensionalità e lo spazio delle piante, rompendo e avvolgendo il fuori campo.
L’installazione sonora di Anthony Carcone che insieme alla fotografe di Le Bihan costituiscono l’opera “Intima Natura” acuisce il senso archetipico della ripetizione, svelando “il principio e la forza responsabili della trasformazione di qualsiasi oggetto, cosa o entità”.
L’installazione di Carcone si basa infatti sulla gamma di frequenza di 220Hz che alcuni ricercatori attribuiscono alle piante. “Lokale Gruppe”, l’opera di Christian Schreckenberger, allestita al centro del chiostro di San Domenico, prende avvio dalle colonne del porticato del chiostro, le cui strutture a spirale denotano il passaggio delle forme archetipiche della natura alla forme sintetiche prodotte dall’uomo.
Schreckenberger tematizza la metafora del giardino creando un ritmo di forme e strutture in cui l’artificio si confonde nei rimandi continui alla forme naturali, gli oggetti sono segmenti di colonne, ma allo stesso tempo segmenti di tronchi, ripetizioni di geometrie strappate tanto alla natura quanto all’artificio.
I confini del giardino implodono svelandone l’inefficacia. In questa installazione sembra che la natura ricordi all’uomo il debito infinito che ha nei suoi confronti. L’arte, l’architettura, gli oggetti, il pensiero, tutto ci riconduce al principio creatore della natura.
ll progetto, realizzato con Verein Düsseldorf Palermo e.V. e con il sostegno dei Ministeri degli Affari Esteri di Francia e Germania, Fondo Eliseo per la collaborazione franco-tedesca, rientra nel programma di eventi collaterali di Manifesta 12.
In questa mostra il giardino diventa metafora delle sfide che l’Europa e la Sicilia si trovano ad affrontare nell’età contemporanea.
Ogni artista ha dato il suo contributo con opere eccezionali: le foto di Gaël Le Bihan ritraggono le piante da molto vicino concentrandosi sulla superfcie del dettaglio, suggerendo un’analisi su come le piante morfologicamente si rapportano al mondo.
Le foglie porose ci rammentano della permeabilità del mondo, del fltro che le piante mettono in atto sempre, del loro fondamentale contributo alla creazione dell’atmosfera, le cortecce della loro capacità di estendersi sulla superfcie del globo, di moltiplicarsi e ripetersi al di là dei recinti posti dall’uomo.
La materia si trasfgura, la bidimensionalità delle fotografie di Le Bihan evoca la tridimensionalità e lo spazio delle piante, rompendo e avvolgendo il fuori campo.
L’installazione sonora di Anthony Carcone che insieme alla fotografe di Le Bihan costituiscono l’opera “Intima Natura” acuisce il senso archetipico della ripetizione, svelando “il principio e la forza responsabili della trasformazione di qualsiasi oggetto, cosa o entità”.
L’installazione di Carcone si basa infatti sulla gamma di frequenza di 220Hz che alcuni ricercatori attribuiscono alle piante. “Lokale Gruppe”, l’opera di Christian Schreckenberger, allestita al centro del chiostro di San Domenico, prende avvio dalle colonne del porticato del chiostro, le cui strutture a spirale denotano il passaggio delle forme archetipiche della natura alla forme sintetiche prodotte dall’uomo.
Schreckenberger tematizza la metafora del giardino creando un ritmo di forme e strutture in cui l’artificio si confonde nei rimandi continui alla forme naturali, gli oggetti sono segmenti di colonne, ma allo stesso tempo segmenti di tronchi, ripetizioni di geometrie strappate tanto alla natura quanto all’artificio.
I confini del giardino implodono svelandone l’inefficacia. In questa installazione sembra che la natura ricordi all’uomo il debito infinito che ha nei suoi confronti. L’arte, l’architettura, gli oggetti, il pensiero, tutto ci riconduce al principio creatore della natura.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
COSA C'È DA FARE
-
MOSTRE
"Celebrating Picasso" a Palazzo Reale: la mostra che celebra il genio del maestro
-
MOSTRE
Mondo terrestre, sottomarino e popolazioni: "Cristina Mittermeier" alla Gam di Palermo
-
BAMBINI E RAGAZZI
La vacanza più bella al Parco Avventura Madonie: come iscriversi ai Campi Estivi