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Il "Festival di Morgana" fa sognare grandi e piccoli: racconti e storie (dal mondo) a Palermo

Balarm
La redazione

Museo internazionale delle marionette "Antonio Pasqualino"

Un Festival di Morgana, questa edizione numero 47, che si lascia cullare e incantare da racconti e affabulazioni di terre lontane. L’antica Persia, l’Egitto, Israele: terre che per la narrazione sono insieme radici e ali.

Da questi luoghi remoti e misteriosi spesso si sono infatti diffusi racconti in forma scritta e orale che hanno sorvolato tempi e spazi, fino ad approdare a noi con le ali d’oro della narrazione, fino a diventare un’unica storia universale.

Un appuntamento irrinunciabile e ormai storico, Morgana, che si svolge dal 3 al 13 novembre a Palermo.

Insieme al Museo delle Marionette "Antonio Pasqualino" - centro operativo e di spettacolo - i luoghi del festival saranno anche la Chiesa di San Mattia Apostolo dei Crociferi, la Chiesa SS. Euno e Giuliano e l’Istituto scolastico "Rita Borsellino" di Piazza Magione.

Il programma completo del festival è consultabile online sul sito della manifestazione. 
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«Questa nuova edizione del Festival di Morgana scava nelle profondità di racconti e storie che, riproposti instancabilmente in tempi e spazi talvolta lontani, sono custodi di antichi saperi e al contempo catalizzatori e manifestazione aperta dei bisogni, delle paure, dei sogni e dei desideri di chi ancora una volta, o per la prima volta, vi si imbatte.

Nel loro incessante rinnovarsi, nella loro capacità di accogliere e trasformarsi diventano luoghi pacificatori, capaci di contenere conflitti e tensioni nell’universo mitopoietico. È così che la ricerca delle radici diventa, con questa edizione del Festival di Morgana - commenta il direttore del Museo delle Marionette, Rosario Perricone - una ricerca di sé, attraverso e insieme all’Altro.

Apre infatti il festival la narrazione orale persiana con le due pratiche narrative tradizionali del naqqali e del Pardeh-khani ma anche con una nuova creazione incentrata sul poema del poeta persiano Nezāmī.

Si prosegue con l’epica egiziana delle Cronache Bānū Hilāl, Al-Ṣīra al-Hilāliyya (riconosciuta dall’Unesco tra i patrimoni immateriali dell’umanità) fino a giungere a quella cavalleresca, con l’opera dei pupi e il cuntu, e il mito e la tragedia classici (Efesto, Perseo e Medusa) che rivivono, anche in riscritture critiche (Me_Dee).

Repertori che rivivono nelle performance di narrazione e attraverso il teatro di tradizione e contemporaneo».

E così, di giorno in giorno fino al 13 novembre si alterneranno spettacoli di narrazione persiana e egiziana, inglese e israeliana, a quelli della nostra narrazione, canti, cunti e spettacoli di pupi.
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