Il fascino dei serbatoi di San Ciro: le visite nella "cattedrale gotica" dell'acqua di Palermo
I serbatoi di San Ciro di Palermo
Dopo le sorgenti del Gabriele, il festival de "Il Genio di Palermo" accoglie in un altro luogo legato all’acquedotto, il primo costruito a Palermo alla fine dell’Ottocento.
Parliamo dei Serbatoi di San Ciro dell’Amap, una "cattedrale" gotica dell’acqua scavata nella roccia. Le due vasche capaci di oltre 35mila metri cubi d’acqua, sono ricoperti da volte a botte sostenute da archi e pilastri. La visita, della durata di 30 minuti, è affascinante perché si osservano le acque di Scillato che si gettano con forza dalle condotte alle vasche.
Superata la chiesetta di San Ciro, si imbocca una strada ripida per raggiungere l’edificio che contiene uno dei serbatoi.
E qui comincia la visita. L’idea di portare le acque salubri di Scillato e di distribuirle ai cittadini nacque dopo l’epidemia di colera del 1884-85. La costruzione fu affidata nel 1893 ai fratelli piemontesi Biglia e ad Alessandro Vanni che la realizzarono in tempi ristretti.
L’acquedotto oggi è lungo circa 70 chilometri e l’acqua arriva per caduta sfruttando la pendenza. Verrà mostrata anche una barca che veniva usata per navigare nei serbatoi, in modo da poterli pulire e controllare. All’uscita, vista spettacolare sulla città fino al mare.
Potete consultare l'elenco completo del luoghi aperti e di tutte le attività in programma (esperienze, passeggiate, fuori porta, etc..) sul sito web de "Le Vie dei Tesori".
Parliamo dei Serbatoi di San Ciro dell’Amap, una "cattedrale" gotica dell’acqua scavata nella roccia. Le due vasche capaci di oltre 35mila metri cubi d’acqua, sono ricoperti da volte a botte sostenute da archi e pilastri. La visita, della durata di 30 minuti, è affascinante perché si osservano le acque di Scillato che si gettano con forza dalle condotte alle vasche.
Superata la chiesetta di San Ciro, si imbocca una strada ripida per raggiungere l’edificio che contiene uno dei serbatoi.
E qui comincia la visita. L’idea di portare le acque salubri di Scillato e di distribuirle ai cittadini nacque dopo l’epidemia di colera del 1884-85. La costruzione fu affidata nel 1893 ai fratelli piemontesi Biglia e ad Alessandro Vanni che la realizzarono in tempi ristretti.
L’acquedotto oggi è lungo circa 70 chilometri e l’acqua arriva per caduta sfruttando la pendenza. Verrà mostrata anche una barca che veniva usata per navigare nei serbatoi, in modo da poterli pulire e controllare. All’uscita, vista spettacolare sulla città fino al mare.
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