Il dramma dei migranti nel "Mare di sangue" di Giuseppe Massimo Di Prima

Dipinto di giuseppe Massimo Di prima per il progetto "Mare di sangue"
Dopo le "Grida silenziose" di Giko e il "Presente Umano" di Giuseppe Raffaele, la sezione Arti Visive del Teatro Vittorio Emanuele ospita la mostra "Mare di Sangue" di Giuseppe Massimo Di Prima, nell'ambito del progetto "Opera al Centro" curato da Giuseppe La Motta, che chiude il ciclo di sensibilizzazione verso la tematica della migrazione.
Ogni giorno centinaia di persone si mettono in viaggio per cercare di raggiungere l'Europa sognando una vita migliore, ma spesso quella speranza finisce in mezzo al mare.
La mostra si compone di 22 lavori: ogni singolo quadro è come un breve componimento pittorico che racconta il dramma dei migranti urlato ad alta voce.
Un'esposizione che si sofferma sull'immagine del "Mare di Sangue" in cui annegano i corpi davanti agli occhi dei superstiti che rimangono lì a guardare inermi e impauriti, dove si ricovera anche la salvezza di quelle anime accolte dalla pietà, ultimo rifugio dell'umano e del sacro che vive nel cuore di chi è rimasto in vita.
Ogni giorno centinaia di persone si mettono in viaggio per cercare di raggiungere l'Europa sognando una vita migliore, ma spesso quella speranza finisce in mezzo al mare.
La mostra si compone di 22 lavori: ogni singolo quadro è come un breve componimento pittorico che racconta il dramma dei migranti urlato ad alta voce.
Un'esposizione che si sofferma sull'immagine del "Mare di Sangue" in cui annegano i corpi davanti agli occhi dei superstiti che rimangono lì a guardare inermi e impauriti, dove si ricovera anche la salvezza di quelle anime accolte dalla pietà, ultimo rifugio dell'umano e del sacro che vive nel cuore di chi è rimasto in vita.
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