"I tre moschettieri": lo spettacolo per ragazzi al teatro Tina Di Lorenzo di Noto
Sul palco del teatro "Tina Di Lorenzo" di Noto va in scena "I tre moschettieri": la Compagnia il Cuore di Argante ha scelto questa leggenda incarnata nella storia per costruire la prima vera produzione interamente originale.
“Salve signori s’accostino pure giacché un’altra storia mi accingo a narrare, si tratta di scandali, trame d’amore ma con il mitologico nulla ha a che fare”. È proprio Dumas che ci introduce alla storia con le sue parole, accattivanti, che scivolano verso un’altra avventura e ci accompagnano nella Parigi di Luigi XIII e di Richelieu, una Parigi divisa tra i due poteri, temporale e clericale, dallo scontro civile tra Cattolici e Ugonotti, dal sentimento di paura per la guerra che incombe dietro il canale della manica contro un’Inghilterra beffarda. E un paesino, in Guascogna, da cui prende avvio l’avventura di D’Artagnan, un ragazzo che sogna ardentemente di diventare un moschettiere, di conquistare la gloria e l’onore “col dar sapiente di spada”.
Una volta a Parigi il guascone verrà travolto da intrighi, scandali, sotterfugi e avvicendamenti politici, da un rivale, Rochefort, spietato e avido sgherro del Cardinale Richelieu, capitano delle sue guardie e suo braccio destro e dalla bellezza travolgente di Milady De Winter, contessa dall’oscuro passato che nasconde un terribile segreto.
Fronteggiarli è impresa ardua, ma D’Artagnan potrà contare sui “leggendari” tre moschettieri, il cui eroismo è spesso “appannato” dalle contingenze e dalla disillusione verso una Parigi corrotta che li spinge o alla lussuria; è il caso di Porthos che seduce ricche vedove; o a vere e proprie “crisi mistiche” che affliggono Aramis, combattuto tra la scelta di ritirarsi in convento definitivamente e le sue “tresche” amorose con donne sposate cui ruba “bellezza e virtute”; o a ineguagliabili sbornie che rendono intrattabile Athos, amico leale e saggio che si rivelerà essere la guida di D’Artagnan, ma che reca la ferita di un passato che lo tormenta e che si rivelerà ben presto. Ma soprattutto verrà travolto dalla bellezza della dolce Costanza, dama di compagnia della saggia Regina Anna d’Austria, donna austera e “talmente virtuosa che il re accostarla non osa, giacché è manchevole in spirito”.
Amore, scandali avventure e duelli all’ultimo respiro, accompagnati da una colonna sonora ispirata e travolgente, terranno gli spettatori con il fiato sospeso fino all’ultimo incrocio di spade. Sarà Dumas, narratore e affabulatore, a indurli ad una profonda riflessione su un tema purtroppo mai assente nella storia dell’uomo: del più forte che affligge il più debole, che fa gridare agli oppressi “pietà ad un Dio che possa risparmiare tutti, ladri per fame e farabutti ma che punisca quei Re che per vanità uccidono i poveri come me”; un Dio che possa redimere chiunque, anche il più efferato tra i criminali, quando questi sia mosso da un sentimento di pietà verso il prossimo. I tre Moschettieri è la prima vera produzione originale della consolidata compagnia “Il cuore di Argante” diretta da Giuseppe Spicuglia, autore della sceneggiature, dei testi e delle musiche originali, orchestrate mirabilmente da Giuseppe Cugno.
“Salve signori s’accostino pure giacché un’altra storia mi accingo a narrare, si tratta di scandali, trame d’amore ma con il mitologico nulla ha a che fare”. È proprio Dumas che ci introduce alla storia con le sue parole, accattivanti, che scivolano verso un’altra avventura e ci accompagnano nella Parigi di Luigi XIII e di Richelieu, una Parigi divisa tra i due poteri, temporale e clericale, dallo scontro civile tra Cattolici e Ugonotti, dal sentimento di paura per la guerra che incombe dietro il canale della manica contro un’Inghilterra beffarda. E un paesino, in Guascogna, da cui prende avvio l’avventura di D’Artagnan, un ragazzo che sogna ardentemente di diventare un moschettiere, di conquistare la gloria e l’onore “col dar sapiente di spada”.
Una volta a Parigi il guascone verrà travolto da intrighi, scandali, sotterfugi e avvicendamenti politici, da un rivale, Rochefort, spietato e avido sgherro del Cardinale Richelieu, capitano delle sue guardie e suo braccio destro e dalla bellezza travolgente di Milady De Winter, contessa dall’oscuro passato che nasconde un terribile segreto.
Fronteggiarli è impresa ardua, ma D’Artagnan potrà contare sui “leggendari” tre moschettieri, il cui eroismo è spesso “appannato” dalle contingenze e dalla disillusione verso una Parigi corrotta che li spinge o alla lussuria; è il caso di Porthos che seduce ricche vedove; o a vere e proprie “crisi mistiche” che affliggono Aramis, combattuto tra la scelta di ritirarsi in convento definitivamente e le sue “tresche” amorose con donne sposate cui ruba “bellezza e virtute”; o a ineguagliabili sbornie che rendono intrattabile Athos, amico leale e saggio che si rivelerà essere la guida di D’Artagnan, ma che reca la ferita di un passato che lo tormenta e che si rivelerà ben presto. Ma soprattutto verrà travolto dalla bellezza della dolce Costanza, dama di compagnia della saggia Regina Anna d’Austria, donna austera e “talmente virtuosa che il re accostarla non osa, giacché è manchevole in spirito”.
Amore, scandali avventure e duelli all’ultimo respiro, accompagnati da una colonna sonora ispirata e travolgente, terranno gli spettatori con il fiato sospeso fino all’ultimo incrocio di spade. Sarà Dumas, narratore e affabulatore, a indurli ad una profonda riflessione su un tema purtroppo mai assente nella storia dell’uomo: del più forte che affligge il più debole, che fa gridare agli oppressi “pietà ad un Dio che possa risparmiare tutti, ladri per fame e farabutti ma che punisca quei Re che per vanità uccidono i poveri come me”; un Dio che possa redimere chiunque, anche il più efferato tra i criminali, quando questi sia mosso da un sentimento di pietà verso il prossimo. I tre Moschettieri è la prima vera produzione originale della consolidata compagnia “Il cuore di Argante” diretta da Giuseppe Spicuglia, autore della sceneggiature, dei testi e delle musiche originali, orchestrate mirabilmente da Giuseppe Cugno.
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