"FuORIpercorso": reperti in oro dai depositi del museo archeologico di Agrigento

Diadema ellenistico decorato da foglie di quercia in lamina d'oro
Aureo, per esempio, è il diadema ellenistico che apre la narrazione, decorato da foglie di quercia in lamina di squisita fattura. Tra i reperti, numerosi esempi di solidus che "il dollaro del Medioevo" perché in uso in tutto il Mediterraneo fino all’XI secolo: una moneta in oro puro istituita dall’imperatore Costantino nel IV secolo e da cui discendono sia i sistemi monetali del mondo germanico occidentale che quelli dell'Oriente islamico.
Accanto ai solidi, il tesoro contiene anche monete di taglio minore: il semissis (metà del solidus), il tremissis (un terzo del solidus) e un rarissimo semi-tremissis. Tutte queste monete avevano unil valore complessivo del tesoro corrispondeva al reddito annuo di una trentina di famiglie modeste, oppure a otto giorni di stipendio del prefetto bizantino.
E in oro massiccio è anche l’anello (recentemente donato al Museo dai proprietari agrigentini nel cui terreno fu scoperto) forse appartenuto ad una fanciulla diciassettenne sepolta in un sarcofago litico con iscrizione (II – III sec d.C.) interrato nella necropoli romana fuori Porta Aurea.
Sempre in mostra, una selezione di monili di varie epoche (dall'VIII al VII sec. a.C.) e di diversi materiali, dal bronzo alla pasta vitrea policroma, alle pietre dure, che gettano uno sguardo trasversale nel campo dell'ornamentazione femminile, con esemplari spesso caratterizzati da una sorprendente attualità.
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