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Fermarsi è un atto rivoluzionario: "Sudare" chiude la stagione alla Fonderia Grock

  • Piccolo Teatro Fonderia Grock - Palermo
  • Dal 8 al 9 giugno 2024 (evento concluso)
  • 19.00 e 21.15 (sabato), 21.00 (domenica)
  • 10 euro (singolo) 8 euro (ridotto a coppia)
  • Biglietti acquistabili nella biglietteria del teatro (in vicolo Cassarelli 20), aperta dal lunedì al venerdì, dalle 16.00 alle 19.00. Info sul sito web del teatro, sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram) oppure chiamare i numeri 329 588 2033 (Andrea) o 331 8912842‬ (Giorgio)
Balarm
La redazione

Alessandra Cassina

Quanto l’essere consapevoli che il proprio è un male condiviso può aiutare a sopportarlo? Vedere qualcun altro vivere il mio stesso malessere, mi rincuora o mi affonda?
 
Ultimo appuntamento con la "Rassegna Condivisa", la nuova stagione del Piccolo Teatro Fonderia Grock di Palermo che si chiude con lo spettacolo di e con Alessandra Cassina.

"Sudare" è il titolo dello spettacolo che va in scena sabato 8 giugno, alle 19.00 e alle 21.15 e domenica 9 giugno, alle 21.00, per la regia di Andrea Saitta. Lo spettacolo è prodotto da Associazione Allunaggio e Compagnia Décalé (Scene e costumi Alessandra Bruno).

"Sudare" ripercorre le disavventure di un’aspirante illustratrice che, per paura di deludere le aspettative altrui, si ritrova ogni volta ad impiegare il tempo nei modi più disparati, tranne che come vorrebbe realmente.

Lo spettacolo affronta il tema della stanchezza contemporanea, intesa come conseguenza dello stile di vita frenetico e capitalistico all’interno del quale si viene catapultati sin da piccolissimi.
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L’attrice in scena si presenta al pubblico come sopraffatta da continui input e richieste, derivanti dall’esterno ma soprattutto dall’interno.

Ne deriva una perenne attenzione al "dover stare al passo", ed una conseguente consapevolezza del fatto che ciò, in ogni caso, non sarà sufficiente.

Vedendo, attraverso questo filtro, degli spaccati di vita della protagonista, il racconto porterà quest’ultima ad una apparentemente fortuita presa di coscienza riguardo dinamiche sociali
contemporanee, legate alla condizione di una giovane donna in contesti lavorativi e relazionali.

Sarà proprio questa presa di coscienza la chiave, anche se dolorosa, che le permetterà di fermarsi, respirare e comprendere insieme al pubblico che in un mondo che ci chiede di correre e performare, spesso la risoluzione degli eventi non consiste in una svolta, ma in una sosta.

Fermarsi come atto rivoluzionario.

In un presente che tende ad isolarci, immaginiamo questo spettacolo come momento di comunità, di aggregazione col pubblico: è un grido di impotenza, è l’urgenza di stringerci in una stanza e dirci che sì, forse uno spettacolo non può cambiare il mondo, ma può farci sentire meno sole. 
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