"Erbario e Bestiario del Meraviglioso": dee, strani uccelli e sirene all'Orto Botanico di Palermo
Draghi rosa (acquarello su carta 2021) di Flaminia Veronesi
Dee, sirene, strani uccelli, draghi, piante, alberi, forze maschili e femminili animano le sale antiche del padiglione Tineo, lo rendono uno scrigno di colori impalpabili, carezze arruffate, sogni leggeri.
È il mondo fantastico dell’esuberante artista milanese Flaminia Veronesi che da sabato 4 marzo (inaugurazione alle 11.30) a lunedì 10 aprile espone le sue opere all'Orto Botanico dell'Università di Palermo.
La personale Erbario e Bestiario del Meraviglioso. Riscoprire la natura attraverso la fantasia, a cura di Maria Chiara Di Trapani, è qualcosa di più di un semplice percorso affascinato da forme e colori, piuttosto è un ciclo visionario sul miracolo della natura, qui popolato da creature zoomorfe e vibranti mutazioni vegetali, presentato al visitatore in un unicum di prodigi onirici.
Tra le teche della Sala Tineo, sbucano oltre 60 opere tra sculture di medie dimensioni, pitture ad acquerello su carte dai formati insoliti, e acrilici su tela.
Alcune delle opere di questo vasto repertorio cosmogonico sono state ispirate dalla fascinazione di un sopralluogo estivo dell'artista all'Orto Botanico e da una navigazione in barca a vela tra le minuscole Eolie: ci si immerge nei 4 elementi principali, cercando Aria, Acqua e Fuoco tra i meandri della Terra.
Opere che nascono quindi in Sicilia, anche se non sono legate al territorio: piuttosto pescano dall’imprescindibile mitologia che anima l’isola fin dalle prime popolazioni che la abitarono.
«Il mare appare popolato da sirene, draghi e ibride figure mitologiche, mentre l'aria diventa l’habitat di barche ornitomorfe, animali terrestri e creature marine che si muovono fluttuanti tra cieli arruffati da nuvole color malva – scrive Maria Chiara Di Trapani nel testo critico che accompagna la mostra -. Le moderne teorie scientifiche sulla struttura dell’Universo indagano l' intreccio cosmico che lega indissolubilmente ogni elemento della Natura.
La fantasia e il gioco diventano linguaggio visivo per praticare la cura verso le altre entità con cui condividiamo l'energia dell'universo: animali, montagne, mari, atmosfera».
Le opere di Flaminia Veronesi sono l'espressione fantastica dell'interdipendenza della natura come sistema contrassegnato dal cambiamento e dall'interazione. Il regno vegetale convive nelle serie presentate con quello minerale e animale in una esperienza unitaria e interconnessa con l’universo intero.
«Ospitare un’artista così ricca di significati legati al nostro mondo museale, fatto di piante, animali, astri e fossili – spiega Paolo Inglese, direttore del SIMuA, Sistema Museale di Ateneo – è come farla entrare in una casa che le appartiene; una casa che lei colora e ridisegna con una visione insieme fantastica e solo apparentemente infantile».
«Erbario e Bestiario del Meraviglioso” si presenta come le pagine di un libro aperto su un arco di stupori e domande, una wunderkammer fascinosa che pare avviare il gioco e ritirare la mano. Il visitatore, attraverso le opere, si sente immerso in una esperienza empatica che - ci ricorda l’artista - è una pratica quotidiana da coltivare, innaffiare e nutrire con la fantasia e il gioco».
È il mondo fantastico dell’esuberante artista milanese Flaminia Veronesi che da sabato 4 marzo (inaugurazione alle 11.30) a lunedì 10 aprile espone le sue opere all'Orto Botanico dell'Università di Palermo.
La personale Erbario e Bestiario del Meraviglioso. Riscoprire la natura attraverso la fantasia, a cura di Maria Chiara Di Trapani, è qualcosa di più di un semplice percorso affascinato da forme e colori, piuttosto è un ciclo visionario sul miracolo della natura, qui popolato da creature zoomorfe e vibranti mutazioni vegetali, presentato al visitatore in un unicum di prodigi onirici.
Tra le teche della Sala Tineo, sbucano oltre 60 opere tra sculture di medie dimensioni, pitture ad acquerello su carte dai formati insoliti, e acrilici su tela.
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La fantasia di Flaminia Veronesi – giovane artista che dopo anni a Londra, da due anni è ritornata a Milano e ha avviato una collaborazione con il brand di moda Marni - libera uomini, dee, uccelli, piante, alberi, forze maschili e femminili, in una mescolanza di forme viventi dalle origini complesse, in cui le polarità si fondono e si moltiplicano a vicenda.Alcune delle opere di questo vasto repertorio cosmogonico sono state ispirate dalla fascinazione di un sopralluogo estivo dell'artista all'Orto Botanico e da una navigazione in barca a vela tra le minuscole Eolie: ci si immerge nei 4 elementi principali, cercando Aria, Acqua e Fuoco tra i meandri della Terra.
Opere che nascono quindi in Sicilia, anche se non sono legate al territorio: piuttosto pescano dall’imprescindibile mitologia che anima l’isola fin dalle prime popolazioni che la abitarono.
«Il mare appare popolato da sirene, draghi e ibride figure mitologiche, mentre l'aria diventa l’habitat di barche ornitomorfe, animali terrestri e creature marine che si muovono fluttuanti tra cieli arruffati da nuvole color malva – scrive Maria Chiara Di Trapani nel testo critico che accompagna la mostra -. Le moderne teorie scientifiche sulla struttura dell’Universo indagano l' intreccio cosmico che lega indissolubilmente ogni elemento della Natura.
La fantasia e il gioco diventano linguaggio visivo per praticare la cura verso le altre entità con cui condividiamo l'energia dell'universo: animali, montagne, mari, atmosfera».
Le opere di Flaminia Veronesi sono l'espressione fantastica dell'interdipendenza della natura come sistema contrassegnato dal cambiamento e dall'interazione. Il regno vegetale convive nelle serie presentate con quello minerale e animale in una esperienza unitaria e interconnessa con l’universo intero.
«Ospitare un’artista così ricca di significati legati al nostro mondo museale, fatto di piante, animali, astri e fossili – spiega Paolo Inglese, direttore del SIMuA, Sistema Museale di Ateneo – è come farla entrare in una casa che le appartiene; una casa che lei colora e ridisegna con una visione insieme fantastica e solo apparentemente infantile».
«Erbario e Bestiario del Meraviglioso” si presenta come le pagine di un libro aperto su un arco di stupori e domande, una wunderkammer fascinosa che pare avviare il gioco e ritirare la mano. Il visitatore, attraverso le opere, si sente immerso in una esperienza empatica che - ci ricorda l’artista - è una pratica quotidiana da coltivare, innaffiare e nutrire con la fantasia e il gioco».
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