Eduard Topchjan dirige Copland e Šostakovič: musica e ospiti d'eccezione al Politeama

Il Coro Nazionale Armeno "Hover Chamber Choir"
La San Pietroburgo e la New York di inizio Novecento si incontrano idealmente nelle composizioni di Dmitrij Šostakovič e Aaron Copland: l'armeno Eduard Topchjan dirige l'Orchestra Sinfonica Siciliana con gli ospiti d'eccezione Michail Ryssov (basso), Salvatore Magazzù (tromba), Maria Grazia D'Alessio (corno inglese) e il Coro Nazionale Armeno "Hover Chamber Choir".
Copland rivive sul palco del Politeama con "Quiet City per tromba, corno inglese e archi", concepita nel 1939 come musica di scena per un lavoro teatrale dell'allora 26enne Irwin Shaw, futuro sceneggiatore de "I giovani leoni" che vide protagonisti Marlon Brando e Montgomery Cliff.
Questa partitura di rara finezza ha per protagonisti il corno inglese e soprattutto una tromba le cui parti, che descrivano una forma di vagabondaggio, si stagliano su un tappeto sonoro costituito dall'orchestra d'archi in modo da far emergere il personaggio principale della commedia.
Come lo stesso Copland ebbe modo di affermare nella sua autobiografia «Il mio trombettista è semplicemente il tentativo di rispecchiare il travagliato personaggio principale della commedia di Irwin Shaw. Infatti una delle mie indicazioni per il trombettista è di suonare nervosamente. Ma "Quiet City" sembra essere diventata un’entità musicale a sé stante, che va oltre le ragioni originali della sua composizione».
Di altra suggestione è la Sinfonia n.13 in si bemolle minore "Babi Yar" per basso solista, coro maschile e orchestra di Dmitrij Šostakovič, ideata dal compositore russo a partire dal 1962 basandosi sul testo di Yevgeni Yevtushenko "Babi Yar".
Come affermò lo stesso compositore «in seguito che ho pensato di proseguire questo lavoro e di ricorrere ad altri testi del poeta. Il secondo movimento si basa sulla poesia "L'Humour", il terzo su "Al grande magazzino". Quanto alla poesia "Le paure", a cui si ispira il quarto movimento, Yevtushenko l'ha scritta espressamente per me, nel contesto di questa nuova opera».
«Per il finale, ho scelto "La carriera" […]. Queste poesie sono state pubblicate in epoche differenti e trattano problemi differenti. Ho voluto legarle per mezzo della musica. Ho dunque scritto una sinfonia al posto di una serie di pezzi isolati».
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