È l'unico Genio di Palermo custodito in una dimora privata: il tesoro nascosto di Palazzo Isnello
Uno dei saloni di Palazzo Isnello (foto di Salvo Gravano)
Nei saloni del piano nobile di Palazzo Isnello, tra porte dipinte con vedute settecentesche, specchiere decorate, soprapporta seicenteschi, e stucchi dorati, si scopre uno dei tesori più nascosti della città: l’unico Genio di Palermo custodito in una dimora privata.
Il palazzo apre le porte per la prima volta nell'ambito del festival primaverile delle Vie dei Tesori ed è visitabile tutte le domeniche (22 e 29 maggio e 5 giugno) dalle 10.00 alle 13.00.
Il nume barbuto e coronato si affaccia dall’affresco il Trionfo di Palermo, dipinto nel salone da ballo da Vito D’Anna. Gli affreschi furono realizzati nel 1760, su incarico di Vincenzo Termine, conte di Isnello e principe di Baucina, che aveva costruito il palazzo nel 1750.
Nell’Ottocento Vincenzo Ruffo e Filangieri, principe di Sant’Antimo, ereditò il palazzo, dove visse anche il famoso storico e arabista Michele Amari, fino a quando, nel 1843, venne esiliato a Parigi per il suo libro dei Vespri siciliani.
Nella prima metà del Novecento l’assetto originario del palazzo fu trasformato con l’abolizione dello scalone monumentale e la chiusura dell’ingresso principale sul Cassaro.
Dal 1981 una porzione del palazzo appartiene al belga Jean-Paul de Nola, e negli anni successivi il noto studioso di letteratura francese e la moglie Giovanna furono tra i primi a stimolare la valorizzazione e il recupero del centro storico di Palermo.
Attualmente l’artista Fabrice de Nola, che dal 2010 lavora alla ricostruzione storica della memoria sul Genio di Palermo, ha il suo studio qui.
Il programma completo del Genio di Palermo è consultabile online sul sito della manifestazione.
Il palazzo apre le porte per la prima volta nell'ambito del festival primaverile delle Vie dei Tesori ed è visitabile tutte le domeniche (22 e 29 maggio e 5 giugno) dalle 10.00 alle 13.00.
Il nume barbuto e coronato si affaccia dall’affresco il Trionfo di Palermo, dipinto nel salone da ballo da Vito D’Anna. Gli affreschi furono realizzati nel 1760, su incarico di Vincenzo Termine, conte di Isnello e principe di Baucina, che aveva costruito il palazzo nel 1750.
Nell’Ottocento Vincenzo Ruffo e Filangieri, principe di Sant’Antimo, ereditò il palazzo, dove visse anche il famoso storico e arabista Michele Amari, fino a quando, nel 1843, venne esiliato a Parigi per il suo libro dei Vespri siciliani.
Nella prima metà del Novecento l’assetto originario del palazzo fu trasformato con l’abolizione dello scalone monumentale e la chiusura dell’ingresso principale sul Cassaro.
Dal 1981 una porzione del palazzo appartiene al belga Jean-Paul de Nola, e negli anni successivi il noto studioso di letteratura francese e la moglie Giovanna furono tra i primi a stimolare la valorizzazione e il recupero del centro storico di Palermo.
Attualmente l’artista Fabrice de Nola, che dal 2010 lavora alla ricostruzione storica della memoria sul Genio di Palermo, ha il suo studio qui.
Il programma completo del Genio di Palermo è consultabile online sul sito della manifestazione.
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