Dove il Serpotta guardò in faccia la morte: visite guidate alla Cripta dell'Oratorio della Morte

La Cripta dell'Oratorio della Morte della Chiesa di Sant'Orsola di Palermo
Terrazze, campanili, chiese sconosciute, palazzi privati, giardini, ex fabbriche, manifatture artigiane: sono 130 quest’anno i luoghi che il Festival "Le Vie dei Tesori" apre nei cinque weekend compresi tra il 5 ottobre e il 4 novembre a Palermo, la città Capitale della Cultura 2018 dove la manifestazione è nata nel 2006 e dove è giunta alla sua dodicesima edizione.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
Teschi marmorei e croci, figure di scheletri e anime purganti: così è decorata la cripta sottostante l’Oratorio della Morte, nella Chiesa di Sant’Orsola. Qui i membri della compagnia dell’Orazione della morte o dei Negri (dal colore dell’abito indossato dai confratelli), istituita nel 1564, seppellivano le salme dei defunti del quartiere dell’Albergheria. .
Nelle decorazioni, Giacomo Serpotta, per l’occasione, aggiunse al proprio repertorio figurativo ricorrente - motivi naturalistici, putti, ghirlande e festoni - rappresentazioni di macabri scheletri e ossa pencolanti, come pure fece nella chiesa soprastante.
I restauri hanno messo in evidenza il complesso di cisterne, botole e colatoi utilizzati per la corretta conservazione dei cadaveri.
La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
Teschi marmorei e croci, figure di scheletri e anime purganti: così è decorata la cripta sottostante l’Oratorio della Morte, nella Chiesa di Sant’Orsola. Qui i membri della compagnia dell’Orazione della morte o dei Negri (dal colore dell’abito indossato dai confratelli), istituita nel 1564, seppellivano le salme dei defunti del quartiere dell’Albergheria. .
Nelle decorazioni, Giacomo Serpotta, per l’occasione, aggiunse al proprio repertorio figurativo ricorrente - motivi naturalistici, putti, ghirlande e festoni - rappresentazioni di macabri scheletri e ossa pencolanti, come pure fece nella chiesa soprastante.
I restauri hanno messo in evidenza il complesso di cisterne, botole e colatoi utilizzati per la corretta conservazione dei cadaveri.
La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili.
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