Dove i monaci "fabbricavano" il pane: visite guidate al Mulino di Sant'Antonino di Palermo

Il Mulino di Sant'Antonino a Palermo
Terrazze, campanili, chiese sconosciute, palazzi privati, giardini, ex fabbriche, manifatture artigiane: sono 130 quest’anno i luoghi che il Festival "Le Vie dei Tesori" apre nei cinque weekend compresi tra il 5 ottobre e il 4 novembre a Palermo, la città Capitale della Cultura 2018 dove la manifestazione è nata nel 2006 e dove è giunta alla sua dodicesima edizione.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
L’ex convento secentesco di Sant’Antonio da Padova (Sant’Antonino nell’accezione consueta), a pochi passi dalla stazione centrale di Palermo, custodisce quattro secoli di storia. Conserva ancora gli ambienti e i macchinari artigianali utilizzati dai monaci per impastare la farina e preparare il pane, oggi reperti di archeologia industriale. La perla è il gigantesco mulino in legno massiccio.
Il convento, progettato da Mariano Smiriglio e realizzato nel 1630, dopo due secoli, a seguito della soppressione degli ordini religiosi nel 1866, fu trasformato dall’esercito in “caserma della sussistenza”.
Acquisito dall’Università di Palermo nel 2004, l’edificio è stato recuperato, restaurato e inaugurato nel 2012. Oggi è diventato sede di aule e laboratori del Centro linguistico dell’Ateneo e dell’Itastra, la Scuola di Lingua italiana per stranieri.
La visita ha una durata di 40 minuti ed è accessibile ai disabili.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
L’ex convento secentesco di Sant’Antonio da Padova (Sant’Antonino nell’accezione consueta), a pochi passi dalla stazione centrale di Palermo, custodisce quattro secoli di storia. Conserva ancora gli ambienti e i macchinari artigianali utilizzati dai monaci per impastare la farina e preparare il pane, oggi reperti di archeologia industriale. La perla è il gigantesco mulino in legno massiccio.
Il convento, progettato da Mariano Smiriglio e realizzato nel 1630, dopo due secoli, a seguito della soppressione degli ordini religiosi nel 1866, fu trasformato dall’esercito in “caserma della sussistenza”.
Acquisito dall’Università di Palermo nel 2004, l’edificio è stato recuperato, restaurato e inaugurato nel 2012. Oggi è diventato sede di aule e laboratori del Centro linguistico dell’Ateneo e dell’Itastra, la Scuola di Lingua italiana per stranieri.
La visita ha una durata di 40 minuti ed è accessibile ai disabili.
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