Dal Settecento a oggi, un tuffo nel mondo dei libri: visite alla biblioteca regionale di Catania

La biblioteca regionale di Catania (foto di Igor Petyx)
Katane – questo uno dei nomi d’origine di Catania, che in greco antico significa “grattugia”, probabilmente per le irregolarità del territorio lavico su cui sorge – fu distrutta più volte da eruzioni, terremoti e invasioni. Quella che vediamo oggi è il risultato dell’ultima splendida ricostruzione del 1693. "Le Vie dei Tesori", quest’anno dal 4 ottobre al 3 novembre, apre oltre quaranta luoghi: anfiteatri, chiese, cupole, palazzi nobiliari: un’occasione unica per scoprire una città dall’inconsueta bellezza.
La biblioteca regionale di Catania stata la prima biblioteca pubblica della Sicilia. Il suo primo nucleo di patrimonio librario è da ricercare nella collezione dello storico Giambattista Caruso, da cui prende il nome: collezione tra le più prestigiose presenti nel Settecento in Sicilia, acquistata dall’Università su iniziativa dell’abate Vito Maria Amico, per metterla a disposizione del pubblico.
Aperta nel 1755 la Biblioteca regionale universitaria, “libreria” del più antico ateneo di Sicilia, ha sempre rappresentato una fonte di ricerca d’elezione per la storia della società e della cultura dell’Isola e catanese in particolare.
Oggi contiene importanti collezioni antiche e moderne e il suo patrimonio conta circa 450 mila documenti, fra testi, manoscritti, incunaboli, cinquecentine, periodici, fotografie, documenti sonori e quant’altro, continuando ad arricchirsi ogni anno di nuove pubblicazioni.
A Catania sono più di 40 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 40 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 6 e il 27 ottobre da Palermo a Catania, al costo di 20 euro.
La biblioteca regionale di Catania stata la prima biblioteca pubblica della Sicilia. Il suo primo nucleo di patrimonio librario è da ricercare nella collezione dello storico Giambattista Caruso, da cui prende il nome: collezione tra le più prestigiose presenti nel Settecento in Sicilia, acquistata dall’Università su iniziativa dell’abate Vito Maria Amico, per metterla a disposizione del pubblico.
Aperta nel 1755 la Biblioteca regionale universitaria, “libreria” del più antico ateneo di Sicilia, ha sempre rappresentato una fonte di ricerca d’elezione per la storia della società e della cultura dell’Isola e catanese in particolare.
Oggi contiene importanti collezioni antiche e moderne e il suo patrimonio conta circa 450 mila documenti, fra testi, manoscritti, incunaboli, cinquecentine, periodici, fotografie, documenti sonori e quant’altro, continuando ad arricchirsi ogni anno di nuove pubblicazioni.
A Catania sono più di 40 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 40 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 6 e il 27 ottobre da Palermo a Catania, al costo di 20 euro.
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