Dal dolore alla cura, lavorando sul "noi": il seminario della dottoressa Angela Maria Callari
Ischia, 1952 (foto di Henri Cartier Bresson)
Il dolore come punto d'incontro. Non una zavorra che ci trascina giù nel baratro, ma la base per ricostruire e costruire l'esistenza, dal singolo individuo alla società tutta.
"Dolore, speranza, relazione, cura" sono le tappe di un percorso che è un climax ascendente verso il superamento della malattia, e a parlarne è la dottoressa Angela Maria Callari nel suo libro "Verso un'antropologia del cancro".
Medico oncologo e psicoterapeuta transculturale, la dottoressa Callari presenta a Palermo il primo di un ciclo di seminari dedicati a chi voglia compiere un intimo lavoro su di sé, a chi voglia comprendere il dolore e ribaltarne l'immagine per trasformarlo in qualcosa di "sacro", da accogliere e non da respingere.
In questo primo appuntamento - in programma il 30 ottobre alle 18 presso il centro culturale Biotos di via XII Gennaio 2 - si parla del libro della dottoressa Callari, opera che poggia sulla cosiddetta psicologia transculturale, scienza che nasce dal margine e che consente nella mediazione culturale fra curante e curato uno scambio di senso di sofferenza, di visione della sofferenza.
In questo modo quando si parla di soggetto protagonista della malattia non ci si riferisce a "uno", ma a un "noi" che vede in gioco chi soffre, chi cura, chi osserva, chi racconta.
Un'occasione per ascoltare e riflettere su storie e testimonianze reali, casi clinici che in maniera esemplare rappresentano l'intreccio tra dolore e speranza come risvolti consapevoli per un progetto comune di trasformazione.
L'incontro del 30 ottobre vede la partecipazione di Giuditta Perriera, impegnata nella lettura di alcune poesie e passi tratti dal libro "Verso un'antropologia del cancro".
"Dolore, speranza, relazione, cura" sono le tappe di un percorso che è un climax ascendente verso il superamento della malattia, e a parlarne è la dottoressa Angela Maria Callari nel suo libro "Verso un'antropologia del cancro".
Medico oncologo e psicoterapeuta transculturale, la dottoressa Callari presenta a Palermo il primo di un ciclo di seminari dedicati a chi voglia compiere un intimo lavoro su di sé, a chi voglia comprendere il dolore e ribaltarne l'immagine per trasformarlo in qualcosa di "sacro", da accogliere e non da respingere.
In questo primo appuntamento - in programma il 30 ottobre alle 18 presso il centro culturale Biotos di via XII Gennaio 2 - si parla del libro della dottoressa Callari, opera che poggia sulla cosiddetta psicologia transculturale, scienza che nasce dal margine e che consente nella mediazione culturale fra curante e curato uno scambio di senso di sofferenza, di visione della sofferenza.
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La dottoressa Callari spiega come solo attraverso questa sinergia e visione comune d'intenti si possa realmente superare il dolore, ribaltandone del tutto la concezione e l'immagine e che in questo modo diviene nuova linfa per affrontare il nostro vivere quotidiano.In questo modo quando si parla di soggetto protagonista della malattia non ci si riferisce a "uno", ma a un "noi" che vede in gioco chi soffre, chi cura, chi osserva, chi racconta.
Un'occasione per ascoltare e riflettere su storie e testimonianze reali, casi clinici che in maniera esemplare rappresentano l'intreccio tra dolore e speranza come risvolti consapevoli per un progetto comune di trasformazione.
L'incontro del 30 ottobre vede la partecipazione di Giuditta Perriera, impegnata nella lettura di alcune poesie e passi tratti dal libro "Verso un'antropologia del cancro".
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