Da Cafè chantant a rifugio dei patrioti: visite al Real Teatro Santa Cecilia di Palermo

Il Real Teatro Santa Cecilia di Palermo
Terrazze, campanili, chiese sconosciute, palazzi privati, giardini, ex fabbriche, manifatture artigiane: sono 130 quest’anno i luoghi che il Festival "Le Vie dei Tesori" apre nei cinque weekend compresi tra il 5 ottobre e il 4 novembre a Palermo, la città Capitale della Cultura 2018 dove la manifestazione è nata nel 2006 e dove è giunta alla sua dodicesima edizione.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
Il Real Teatro Santa Cecilia di Palermo fu inaugurato alla fine del 1600, voluto dall’Unione dei musici. Divenne famoso per i drammi musicali settecenteschi, con scenografie spettacolari, e per le serate danzanti nel 1800.
Durante la rivoluzione antiborbonica del 1848 vi si asserragliarono i patrioti. Nel periodo della Belle Èpoque, diventò teatro di varietà, primo Café chantant di Palermo, con un occhio alla moda parigina.
Nel Novecento, per la concorrenza con il "Bellini", ma soprattutto con i nuovi teatri, "Massimo" e "Politeama", fu dismesso e trasformato in museo delle cere, infine in deposito di una ditta commerciale. Dopo anni di abbandono, finalmente è stato recuperato e affidato al Brass Group che vi svolge una programmazione musicale e culturale stabile.
La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
Il Real Teatro Santa Cecilia di Palermo fu inaugurato alla fine del 1600, voluto dall’Unione dei musici. Divenne famoso per i drammi musicali settecenteschi, con scenografie spettacolari, e per le serate danzanti nel 1800.
Durante la rivoluzione antiborbonica del 1848 vi si asserragliarono i patrioti. Nel periodo della Belle Èpoque, diventò teatro di varietà, primo Café chantant di Palermo, con un occhio alla moda parigina.
Nel Novecento, per la concorrenza con il "Bellini", ma soprattutto con i nuovi teatri, "Massimo" e "Politeama", fu dismesso e trasformato in museo delle cere, infine in deposito di una ditta commerciale. Dopo anni di abbandono, finalmente è stato recuperato e affidato al Brass Group che vi svolge una programmazione musicale e culturale stabile.
La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
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