Chi è davvero Frida Kahlo? 60 scatti fotografici di Leo Matiz raccontano l'artista
Frida Kahlo nella casa Azul, foto di Leo Matiz
Considerata una delle più grandi artiste messicane, Frida Kahlo (Coyoacán, 1907 - 1954) – al secolo Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón – inizia a dipingere principalmente autoritratti dopo essere rimasta ferita in un incidente d'autobus.
La sua storia, attraversata da sofferenze, dolori e solitudine, affascina chiunque ne entri in contatto tanto da diventare musa, mito incontrastato e incarnazione della resilienza per la sua capacità di imparare e rinascere dalle proprie sconfitte.
Dalla personalità forte e passionale, oltre ad uno spirito indipendente e ad un singolare talento artistico, oggi l'artista è protagonista di numerosissime mostre, non ultima quella in programma da giugno a settembre a palazzo Zingone - Trabia di Palermo.
Si tratta di una grande mostra, a cura di Ezio Pagano e Alejandra Matiz, che celebra l'universo pittorico dell'artista divenuta simbolo delle donne e della loro emancipazione e forza. Un'esposizione nella quale trovano posto oltre sessanta scatti fotografici, in parte inediti, di Leo Matiz realizzati negli anni Quaranta.
La sezione fotografica è calata in un contesto multimediale curato da Maria Rosso, nel quale il visitatore scoprirà tutte le sfumature della personalità dell'artista.
Un'introduzione biografica permetterà di conoscere a fondo gli appassionanti dettagli della sua vita: la passione per l'arte, per il suo Messico, per la lotta politica e per l'amore - incondizionato, anche se tormentato - per l'artista Diego Rivera.
Gli autoritratti più celebri sono riprodotti in formato modlight, una speciale retroilluminazione omogenea di pannelli su cui sono state digitalizzate ad altissima risoluzione le opere, che vengono restituite in ogni dettaglio di tracce, colori e pennellate rispettandone il formato originale.
Grazie all’ordine cronologico degli autoritratti, inoltre, si potrà seguire l’evoluzione dello stile della pittrice messicana così come gli svariati periodi della sua esistenza. Ad impreziosire ulteriormente il ricco percorso espositivo, una speciale sezione dedicata alla filatelia internazionale.
L’esposizione prodotta dalla Navigare s.r.l. gode del patrocinio delle Ambasciate del Messico e della Colombia, e la collaborazione della Fondazione Leo Matiz e Museum Bagheria. Una Collezione mai esposta prima che non mancherà di incuriosire e stupire
i visitatori.
Sin da piccola Frida Kahlo conosce il dolore, nel 1916 fu infatti colpita da poliomielite, una malattia che interruppe i suoi giorni felici lasciandole una malformazione alla gamba destra.
Nel 1922 inizia poi a frequentare l'"Escuela Nacional Preparatoria" e nel 1925 un altro tragico evento è destinato a cambiare per sempre la sua vita: l'autobus su cui viaggia viene coinvolto in un incidente nel quale la giovane rimane gravemente ferita, costringendola per tutta la vita a subire svariati interventi chirurgici.
Dimessa dall'ospedale viene costretta a mesi di riposo con il busto ingessato. Per favorirla le viene regalato un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto in modo da potersi vedere; ed è proprio così che ha inizio la serie di autoritratti rappresentanti il rapporto ossessivo con il suo corpo martoriato.
Nel 1929 sposa Diego Rivera, grande pittore e muralista messicano che decise di prenderla sotto la propria protezione inserendola nella scena politica e culturale messicana. Diviene ben presto infatti un’attivista del Partito Comunista Messicano.
Col marito iniziano anche i grandi successi: nel 1938 realizza a New York la sua prima mostra personale e l'anno successivo espone a Parigi. Nel 1953 realizza la sua prima personale esposizione in Messico e un anno dopo muore nella sua amata casa Azul che attualmente ospita il Museo Frida Kahlo.
La sua storia, attraversata da sofferenze, dolori e solitudine, affascina chiunque ne entri in contatto tanto da diventare musa, mito incontrastato e incarnazione della resilienza per la sua capacità di imparare e rinascere dalle proprie sconfitte.
Dalla personalità forte e passionale, oltre ad uno spirito indipendente e ad un singolare talento artistico, oggi l'artista è protagonista di numerosissime mostre, non ultima quella in programma da giugno a settembre a palazzo Zingone - Trabia di Palermo.
Si tratta di una grande mostra, a cura di Ezio Pagano e Alejandra Matiz, che celebra l'universo pittorico dell'artista divenuta simbolo delle donne e della loro emancipazione e forza. Un'esposizione nella quale trovano posto oltre sessanta scatti fotografici, in parte inediti, di Leo Matiz realizzati negli anni Quaranta.
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Gli occhi del fotografo colombiano hanno saputo cogliere in ogni immagine l'essenza e tutti i particolari delle espressioni della pittrice che posava con disinvoltura davanti l'obiettivo. La sezione fotografica è calata in un contesto multimediale curato da Maria Rosso, nel quale il visitatore scoprirà tutte le sfumature della personalità dell'artista.
Un'introduzione biografica permetterà di conoscere a fondo gli appassionanti dettagli della sua vita: la passione per l'arte, per il suo Messico, per la lotta politica e per l'amore - incondizionato, anche se tormentato - per l'artista Diego Rivera.
Gli autoritratti più celebri sono riprodotti in formato modlight, una speciale retroilluminazione omogenea di pannelli su cui sono state digitalizzate ad altissima risoluzione le opere, che vengono restituite in ogni dettaglio di tracce, colori e pennellate rispettandone il formato originale.
Grazie all’ordine cronologico degli autoritratti, inoltre, si potrà seguire l’evoluzione dello stile della pittrice messicana così come gli svariati periodi della sua esistenza. Ad impreziosire ulteriormente il ricco percorso espositivo, una speciale sezione dedicata alla filatelia internazionale.
L’esposizione prodotta dalla Navigare s.r.l. gode del patrocinio delle Ambasciate del Messico e della Colombia, e la collaborazione della Fondazione Leo Matiz e Museum Bagheria. Una Collezione mai esposta prima che non mancherà di incuriosire e stupire
i visitatori.
Sin da piccola Frida Kahlo conosce il dolore, nel 1916 fu infatti colpita da poliomielite, una malattia che interruppe i suoi giorni felici lasciandole una malformazione alla gamba destra.
Nel 1922 inizia poi a frequentare l'"Escuela Nacional Preparatoria" e nel 1925 un altro tragico evento è destinato a cambiare per sempre la sua vita: l'autobus su cui viaggia viene coinvolto in un incidente nel quale la giovane rimane gravemente ferita, costringendola per tutta la vita a subire svariati interventi chirurgici.
Dimessa dall'ospedale viene costretta a mesi di riposo con il busto ingessato. Per favorirla le viene regalato un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto in modo da potersi vedere; ed è proprio così che ha inizio la serie di autoritratti rappresentanti il rapporto ossessivo con il suo corpo martoriato.
Nel 1929 sposa Diego Rivera, grande pittore e muralista messicano che decise di prenderla sotto la propria protezione inserendola nella scena politica e culturale messicana. Diviene ben presto infatti un’attivista del Partito Comunista Messicano.
Col marito iniziano anche i grandi successi: nel 1938 realizza a New York la sua prima mostra personale e l'anno successivo espone a Parigi. Nel 1953 realizza la sua prima personale esposizione in Messico e un anno dopo muore nella sua amata casa Azul che attualmente ospita il Museo Frida Kahlo.
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