Allo Spazio Franco va in scena "Hamelin": la storia del pifferaio tra leggenda e realtà
Fabio Tinella in "Hamelin"
Lo spettacolo è stato annullato per motivi di salute di un membro della compagnia. I biglietti emessi verranno rimborsati.
Allo Spazio Franco, in collaborazione con il festival "Scenica", arriva in Sicilia un'eccellenza del teatro per ragazzi e ragazze.
Parliamo della Factory Compagnia Transadriatica di Tonio De Nitto che venerdì 17 maggio, alle 19.00, porta in scena per Scena Nostra 2024 "Hamelin", premiato come "Migliore spettacolo dell'anno dedicato alle nuove generazioni".
Lo spettacolo è una produzione "Factory compagnia transadriatica - Fondazione Sipario Toscana", con il sostegno di Segni new generations festival.
Sul palco Fabio Tinella, per la drammaturgia e regia di Tonio De Nitto.
Dramaturg: Riccardo Spagnulo, musiche originali di Paolo Coletta, voiceover di Sara Bevilacqua, sound designer: Graziano Giannuzzi, scena: Iole Cilento, burattini Michela Marrazzi. Luci: Davide Arsenio e costumi: Lapi Lou.
Hamelin è il nome di una cittadina al nord della Germania dove leggenda e realtà si son fuse centinaia di anni fa, dove diverse ipotesi non hanno mai risolto il mistero della sparizione di 130 bambini, come riportato nella targa affissa sulla cosiddetta casa dell’accalappia topi.
Un fatto di cronaca traslato via via in fiaba, nella tradizione orale prima e nella raccolta “Saghe germaniche” dei Fratelli Grimm poi.
Ad Hamelin vige ancora il divieto assoluto di suonare musica nella via Senzatamburi, dove anche i cortei in festa che vi arrivano cessano immediatamente ogni suono.
Ma cosa è successo ai bambini di Hamelin? Dove finisce la realtà e dove inizia la finzione?
Le affinità col tempo buio che stiamo vivendo trovano un’eco stupefacente nel buio che la cittadina di Hamelin stava attraversando a causa del morbo portato dai topi.
Lo spettacolo prova a raccontare e ripercorrere l’origine di questo mistero giocando su diversi piani: quello temporale diviso tra l’oggi e quello della storia e, infine, il piano della percezione perché adulti e bambini potranno seguirlo attraverso un punto di vista diverso utilizzando un apposito dispositivo che porta i corpi di chi guarda a entrare nella scena in maniera interattiva.
Ci siamo chiesti in cosa possa consistere oggi la libertà restituita dal pifferaio e possiamo dire che il pifferaio come artista porta una visione diversa da quella degli adulti, in cui c’è spazio per la sorpresa e per il rapimento della bellezza (cose che appartengono all’infanzia).
È una figura che cambia di segno, perché il suo rapimento attraverso la musica è uno strappare i bambini ai divieti, alle restrizioni e alla troppa protezione che non li fa crescere.
Allo stesso tempo questo personaggio che col suo carretto sembra un reperto dell’antico teatro viaggiante, innesca una profonda riflessione sul ruolo dell’artista nella società oggi.
Assistente scenografa Cristina Zanoboni
Costruzione scenica Luigi Di Giorno
Cura della produzione Claudia Zeppi
Amministrazione Emanuela Carluccio
Distribuzione Francesca D’Ippolito
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