"Aedi - Storytelling Fest" (versione autunnale): tre giorni di spettacoli gratuiti al Museo Riso

Salvo Piparo (foto di Salvo Damiano)
"Aedi", con una programmazione pensata ad hoc, rievoca un mondo perduto per ritrovarsi, oggi, attraverso la messa in scena degli spettacoli.
Un’impresa ardua, affidata a voci, a loro volta fuori dal tempo e di diversa natura, tra i quali: Dante, Capuana, Ariosto, Giufà, il mare e autori moderni.
Autori e presenze distanti per poetica l’uno dall’altro: uno piccolo, l’altro immenso, uno stolto, l’altro profondo, che convergeranno in un punto d’incontro: l’essere aedi, cantori di sogni, di memorie sbiadite, palombari di quelle storie mediterranee sommerse che ritornano ancora attuali.
Sul palcoscenico si alternano, in ordine di programmazione, Galatea Ranzi, Salvo Piparo con Michele Piccione, Gaspare Balsamo.
Venerdì 18 novembre - ore 21.00
Ad aprire la rassegna è "La fata matematica", lo spettacolo scritto e diretto da Valeria Patera. A dar voce alla protagonista, Ada Byron Lovelace, la donna che sognò il computer, l’attrice Galatea Ranzi, con la partecipazione, in video proiezione, di Gianluigi Fogacci.
Sabato 19 novembre - ore 21.00
È la volta di "Io e Dante", di e con Salvo Piparo, con le musiche originali di Michele Piccione. Nato da una famiglia della piccola nobiltà, Dante è stato poeta e prosatore, teorico letterario e pensatore politico, ed è considerato il padre della letteratura italiana. Accanto a questa visione universalmente riconosciuta Salvo Piparo delinea, con la personalissima cifra artistica che lo contraddistingue, un aspetto nuovo del poeta Vate, irriverente e contemporaneo.
Domenica 20 novembre - ore 19.00
A chiudere la programmazione è "Ciclopu", di e con Gaspare Balsamo. Lo spettacolo, liberamente ispirato al libro IX dell’Odissea, intreccia, attraverso una drammaturgia originale scritta e orale, alcuni racconti tipici della narrazione siciliana. Tutta la performance, sia nelle forme che nei contenuti, si basa sui modelli e sulle tecniche di rappresentazione tipiche della matrice teatrale siciliana: il cunto, la narrazione epica, la recitazione con le voci dell’opera dei pupi, la declamazione e alcuni dei repertori tipici della letteratura popolare orale.
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