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A Messina le opere frutto di una personalità ribelle e romantica: la pittura di Bruno Samperi in mostra

  • Opera al Centro
  • Teatro Vittorio Emanuele - Messina
  • Dal 27 settembre al 8 ottobre 2019 (evento concluso)
  • Visitabile dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00. Chiuso la domenica
  • Gratuito
Balarm
La redazione

Dipinto di Bruno Samperi (part).

Il Teatro Vittorio Emanuele di Messina dà la possibilità ai visitatori di apprezzare un artista che può definirsi "personalità inquieta e libera da schemi stilistici", ospitando la mostra di Bruno Samperi (Messina, 1933), nell'ambito del progetto "Opera al Centro" curato da Giuseppe La Motta.

Artista molto noto non solo a Messina e in Sicilia, ma anche a livello nazionale, Samperi è conosciuto anche nel mondo dei collezionisti e degli amatori. A dispetto di questa fama, tuttavia, rimane molto coerente con la sua volontà e con le sue idee.

L'intensità di questa passione è testimoniata da una produzione ininterrotta che dalla fine degli anni Cinquanta arriva ad oggi. La sua arte si nutre di innumerevoli influssi che dall'espressionismo passano per l'astrattismo, fino ai maestri del Seicento europeo. Ma la pittura di Samperi è sempre totalmente libera, sempre felice, spontanea nei generi che l'artista attraversa continuamente: autoritratto, natura, paesaggio.

La natura è l'elemento centrale della sua poetica, la matrice, il soggetto che ritrae e l'oggetto ritratto, il pittore e la tela, il cavalletto, la sedia. Ogni cosa è natura ed è legata all'artista dall'identica energia che anima il mondo: le sue opere ne sono totalmente impregnate.

La sua pittura vibra, a volte di drammatica inquietudine, a volte di esplodente gioia di vivere, a volte di un dolce chiarore in grado di far splendere gli oggetti nella penombra. Samperi rimane infrangibile nell'ariosa e fascinosa potenza della sua arte.

La mostra potrà essere visitata tutti i giorni, esclusa la domenica, fino all'8 ottobre, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. 

Artista autodidatta e fieramente indipendente, Bruno Samperi approccia l'arte contemporaneamente al suo lavoro presso la tipografia di famiglia. Sono gli anni '50 e tra inchiostri e macchine stampatrici incontra gli artisti protagonisti del dibattito cittadino allora riuniti alla celebre galleria Il Fondaco.

Uomo ribelle e romantico, di grandissimo animo e profondi ideali, è la negazione vivente del pittore in carriera. Non tiene conto delle (tantissime) opere vendute, né dei cataloghi, né dei momenti della sua produzione. La sua prima presenza espositiva è in una collettiva di pittura estemporanea nel 1964, a Messina, per la quale vince il primo premio.

La sua personale risale a dieci anni dopo: è il 1974 e il collega pittore Enzo Cieli organizza l'esposizione presso la galleria "Arte Centro". Nel 1979 consegue il Premio "Tavolozza d'oro" del Fondaco, mentre nel 1983 vince il Primo premio in una collettiva di artisti alla galleria La Loggia, che nello stesso anno gli organizza una personale di autoritratti.

Per tutti gli anni '80 si susseguono le mostre cittadine dell'artista che nel 1989 sbarca con una personale alla Galleria Aleph di Milano. Tema cruciale del decennio sono gli autoritratti, delle vere e proprie "folgorazioni" sulla tela dell'immagine del pittore.

Samperi lavora di getto, dominato dall'impellente esigenza di esprimersi, tuttavia segno e gesto in lui sono perfettamente controllati, e anche nelle composizioni più veloci non viene mai meno le solide basi della sua formazione figurativa e tecnica, assunta in lunghi anni di auto apprendistato tra i colori delle macchine stampatrici.

Echi della pittura del Seicento sono stati ravvisati nella sua produzione sia nel paesaggio, sia nell'autoritratto. Di fatto, Samperi è rimasto sempre prolificamente attivo tra i due poli dell'arte del Secondo dopo Guerra: figurativo e informale, delineando con la sua opera la statura di uno dei più importanti artisti della città dello Stretto.

Uomo complesso, avvincente e tormentato, sarà costretto a svendere le sue opere o a fermare del tutto la sua attività a causa delle condizioni economiche: egli dipinge su tutti i supporti e con tutti i mezzi. Negli anni 2000, accanto alla sua produzione informale si aggiunge una produzione di piccoli paesaggi naturali, fiori e nature morte che realizza con gli inchiostri tipografici su ritagli di carta e cartoncino, con esiti davvero accattivanti.

Provocatore spesso in aperta polemica con le istituzioni culturali della città, Samperi definirà se stesso come pittore biologo (Previti 2012), un descrittore della vita di cui rimarrà sempre uno spietato e geniale amante. 
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