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Non si vedeva da queste parti da 60 anni: che ci fa una foca (monaca) in Sicilia

Un tempo questa specie si trovava facilmente in Sicilia, ma l’eccessiva presenza dei pescatori e dei turisti sulle nostre coste non hanno fatto altro che allontanarla

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 17 maggio 2024

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Nel corso degli ultimi giorni ha cominciato a circolare sui social un video raffigurante una foca monaca (Monachus monachus), che nuotava presso le calde acque dell’area marina protetta del Plemmirio. Una delle mete turistiche e naturalistiche più importanti del siracusano.

L’avvistamento di questo particolare mammifero marino è stato poi confermato dagli stessi gestori dell’area protetta e dall’autore del video, Emanuele L., che si è trovato per caso ad assistere la settimana scorsa al nuoto leggiadro di questo pinnipede mentre cercava di avvicinarsi alla costa.

Emanuele L. si trovava nei pressi del varco 29, in via degli Zaffiri 94, all’altezza della statua sommersa della Sirena, quando ha sentito con l’udito uno strano sciabordio proveniente dal mare. Questo rumore era provocato dalla foca, impegnata a mangiarsi quella che sembrava una murena o un barracuda, mentre era intenta e a giocare fra le onde durante la pesca.

Questo avvistamento è considerato straordinario da parte dei biologi, poiché non considerando un altro caso fortuito, datato due anni fa, questa specie non veniva avvistata in provincia di Siracusa da oltre 60 anni, da quando ovvero ha cominciato a subire il calo demografico indotto dall’eccesiva competizione con le nostre navi da pesca.
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«Sicuramente quello a cui abbiamo appena assistito è un buon segnale e un ottimo indicatore dello stato di salute dei nostri mari» hanno chiarito i gestori dell’area marina protetta, tramite una dichiarazione della presidente Patrizia Maiorca.

«Bisogna tuttavia ricordare che un avvistamento non è abbastanza significativo per credere che la Foca Monaca viva stabilmente nelle acque del Plemmirio. L’esemplare potrebbe essersi spinto verso la costa, per esempio, per sondare l’ambiente o verificare che ci sia la tranquillità adatta».

Oggi giorno la foca monaca viene comunque considerata un ottimo indicatore di qualità delle acque marine e non a caso gli ultimi avvistamenti siciliani sono avvenuti quasi sempre all’interno di aree marine protette o in calette difficilmente raggiungibili dai turisti.

Un tempo la foca monaca si trovava facilmente in Sicilia, in particolare durante la stagione riproduttiva e quella legata alla fine delle gravidanze, ma l’eccessiva presenza dei pescatori – che la consideravano alla stregua di un nemico – e dei turisti sulle nostre coste non hanno fatto altro che allontanarla.

Trattasi di una delle specie di mammiferi più minacciate del pianeta e secondo un calcolo effettuato dagli esperti, attualmente la sua popolazione mondiale conta un massimo di 700 individui sparsi per il Mediterraneo e l’Atlantico orientale. È una specie che mangia principalmente cefalopodi, pesci di medie-grandi dimensioni (cernie, murene) e crostacei, ma in qualche occasione può anche spingersi a mangiare meduse non urticanti.

«Noi speriamo ovviamente che l’animale visto nel nostro mare non sia l’ultimo a decidere di visitare le nostre coste – ha chiarito la presidente Maiorca. – Se però le condizioni del mare lo consentiranno, vorremmo velocemente rivelare il suo DNA, per condurre delle analisi che ci permetteranno di capire la sua provenienza e le condizioni di salute della specie».
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