ARTE E ARCHITETTURA
Galleria Expa: come abiteremo domani?
Il titolo della mostra “Futura. Come abiteremo domani” porta ad una domanda: chi saremo domani? I 40 progetti corredati da altrettanti plastici che sono stati realizzati nel corso di un workshop promosso dalla galleria Expa di Palermo in collaborazione con la Facoltà di Architettura di Palermo e visibili fino al 15 maggio (Galleria Expa, via Alloro 97, tutti i giorni tranne il lunedì ore 10-13, 16-24, ingresso libero) cercano di dare alcune risposte.
Quindi, come abiteremo domani? Percorrendo la mostra “domani” risulta una nozione vaga. A volte sembra un domani molto vicino con una casa che è una lenta evoluzione di quella in cui già oggi viviamo. A volte è un domani lontanissimo in un mondo che sembra reduce da qualche catastrofe, con uomini che vivono in cellule minime ipogee. Un futuro che spesso non viene visto con molta serenità: una casa in cui chiudersi al riparo del mondo, una casa inquieta che più che interagire con noi è viva e più che automatizzata diventa quasi autonoma. Un futuro con accenti spesso angoscianti.
Però a molte di queste case manca la poesia. Possiamo mai pensare che l’uomo di domani non ne avrà bisogno? Rispetto ai toni pessimistici di Teresa La Rocca e Michele Sbacchi, la casa realizzata dal laboratorio di Viviana Trapani dà speranza, una casa disponibile dotata di una grande poesia in cui ci si può rifugiare o stare assieme, sicuramente meno rivoluzionaria rispetto a tante proposte, anzi che appartiene già al presente ma è proiettata nel futuro.
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