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Dagli atenei si fugge: se i laureati vanno via dalla Sicilia
Il rapporto Res 2015 sottolinea un fenomeno allarmante: la fuga di cervelli dagli atenei del Sud. Sempre più siciliani scelgono il centro nord, anche dopo la laurea
Palermo è bella, la Sicilia è bella. Nonostante i mille disagi e dissesti, la città e l'isola intera sono comunque composte da talmente tanti fattori di bellezza che chi ci abita non può, almeno ogni tanto, alzare il capo affermando che di meraviglie ne abbiamo a iosa.
Purtroppo le bellezze che possediamo, il clima mite, il mare e tutto ciò che ci porta a sorridere quando nelle pigre domeniche pomeriggio passeggiamo per le strade, non bastano da sole: per arginare il dannoso fenomeno della fuga dei cervelli servirebbe una marcia in più.
Stando ai dati del rapporto Res 2015, sono quasi un terzo gli studenti e cinquantamila i laureati che abbandonano le università siciliane in favore degli atenei del centro e del nord Italia: un vero e proprio esodo.
Il dato più preoccupante dello studio, curato da Gianfranco Viesti, riguarda il numero degli studenti siciliani, che diventa sempre più elevato. Il motivo? Poche borse di studio, servizi scarsi, burocrazia lenta.
Non è detto inoltre che coloro che restano per la triennale rimangano anche dopo, anzi. Si scappa anche dopo, cercando di specializzarsi fuori. Cresce anche il numero dei laureati specializzati che emigrano, raggiungendo la percentuale del 26%.
Purtroppo, tutto questo quadra con la desolante posizione della Sicilia per numero di laureati: è la quartultima in Italia. Di fronte a questi dati molti non si stupiranno neanche. Eppure si può migliorare. La vera domanda è: cosa aspettiamo a farlo?
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