ATTUALITÀ
Da chiesa a galleria: la Madonna del Loreto si trasforma
Quasi del tutto crollata, la chiesa della Madonna del Loreto in via dei Credenzieri, è stata acquistata da un privato. Lo spazio sarà restaurato e restituito alla città
A Palermo, città che riesce a sorprendere anche il più apatico, capita di avere monumenti di cui non si sa chi dovrebbe prendersene cura. E capita anche che questi luoghi siano abbandonati per interminabili decenni.
Non stupisce, quindi, se capita di trovare una chiesa del Seicento al quartiere della Kalsa, quasi del tutto crollata, acquistata da un privato non per restituirla al culto, ma per restituire alla gente un luogo d’arte.
È quello che sta succedendo alla chiesa della Madonna del Loreto, in via dei Credenzieri, già di per sé è una strada ricca di storia.
I Credenzieri godevano della massima fiducia dei nobili presso i quali prestavano servizio. Erano, infatti, gli addetti all’assaggio delle pietanze destinate ai padroni per accertarsi che non fossero avvelenate.
Sulla costruzione della chiesa ci sono delle informazioni in corso di accertamento. Allo stato delle cose si sa che nel 1624 i credenzieri fondarono un’Unione Religiosa, chiamata Cena del Signore e, intorno al 1704, edificarono una chiesa che, nonostante i bombardamenti e gli innumerevoli saccheggi, è rimasta in piedi fino ad oggi.
Il primo di questi eventi sarà il prossimo 28 maggio, con la mostra “Betania” del fotografo Valerio Bispuri. La mostra racconta alcuni momenti della vita della donna argentina che dà il nome all’esposizione e il suo amore per la compagna Virginia.
«Questo appuntamento non sarà un’inaugurazione – spiega Gandolfo – ma un modo per far conoscere alla gente l’esistenza di questo luogo e del suo stato attuale. L’unico elemento in più saranno delle luci e sarà una grande festa per la riscoperta di questa chiesa. Fra un paio d’anni, quando i lavori di restauro saranno terminati, inaugureremo lo spazio mostrando ciò che Église ha fatto»
L’impressione è che, questa volta, un bene storico sia finito in ottime mani. La paura è che la mancanza di fondi per il recupero di questi edifici possa portare ad una svendita dei beni culturali da parte delle istituzioni. La speranza è che possibilità economiche e sensibilità artistica coincidano sempre più spesso.
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