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È un involucro color oro e succoso: cos'è e come riconoscere il "femminello" di Siracusa

Vi parliamo di uno degli agrumi più apprezzati al mondo. Si tratta di un frutto di origini asiatiche che, tra le sue varietà siciliane, ne ha una assai particolare

Francesca Garofalo
Giornalista pubblicista e copywriter
  • 1 ottobre 2023

Limone di Siracusa IGP

Un involucro dorato, come la copertina di un giallo, portavoce di un mistero succoso da risolvere. Gli indizi a disposizione sono i pori stillanti oli profumati e un sapore ineguagliato da millenni.

La soluzione sembra apparentemente complessa, ma una volta osservato non si hanno più dubbi, è uno degli agrumi più apprezzati al mondo: il limone.

Frutto di origini asiatiche, diffuso in Europa a metà del XV sec che tra le sue varietà siciliane ne ha una assai particolare, il femminello di Siracusa IGP. La tipologia specifica della città aretusea, deve la sua coltivazione intensiva al pollice verde dei Padri Gesuiti, i quali a partire dal XVII sec. lo usano a scopo medico.

Cure scrupolose e clima ideale aiutano il femminello a crescere e a diventare fonte primaria di sostentamento del territorio; fino a inebriare non solo l’aria della Sicilia, ma anche quella di altre parti del mondo. Infatti, a metà ‘800 inizi ‘900, dal porto della città partono carichi di limoni che vanno a estasiare gli scali di Trieste, Fiume, Glasgow, Londra, Liverpool, Manchester, Malta e Odessa*.
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Una storia di bontà autoctona che, a oggi, vanta circa 6000 ettari di terreni coltivati e non a caso porta un nome che ne descrive appieno la sua natura fertile: "femminello".

Denominazione riferita alla capacità di essere più volte fiorente durante l’anno e regalare quattro fruttificazioni: il primofiore d’autunno, il primofiore d'inverno, il bianchetto o maggiolino e il verdello estivo.

Percezioni sensoriali, dunque, che variano durante le stagioni e rievocano in ogni siracusano ricordi o piccoli istanti di felicità, come racconta Fabio Moschella, ex presidente del Consorzio di tutela del Limone di Siracusa IGP: "Le mie sensazioni personali sono legate a un amore che fa parte della mia vita; sono tutte reazioni positive e riguardano specialmente il profumo".

Brillano gli occhi di Fabio mentre parla del femminello di Siracusa; si possono quasi scorgere dalle pagliuzze degli occhi sensazioni che il frutto divino per nascita sa dare. Facendo un passo verso il mito, pare infatti, che una pianta di limone sia stata il "corredo" pregiato di Era quando si unì in matrimonio a Zeus.

Un'origine divina, quindi, arricchita da madre natura con altri doni, contenuti nel femminello.

«Rispetto ad altri limoni - dice Fabio - il femminello di Siracusa ha una maggiore conservabilità e, per questo, può affrontare lunghi viaggi e lavorazioni; è poi (cosa molto importante per gli agricoltori) una varietà generosa. Dà rese molto importanti e una qualità del frutto particolarmente standardizzata nel tempo, perfettamente riconoscibile sui mercati dagli specialisti».

A queste caratteristiche, si aggiungono anche i vantaggi significativi per la salute: "Viene considerato una medicina naturale, perché ha un altissimo contenuto di vitamina C. Esistono infatti, dei balsami a base di limone energizzanti che hanno anche benefici sull’umore; anche se parliamo di ricerche ancora in fase di sviluppo".

Che dire, poi, degli oli essenziali del femminello di Siracusa? Irresistibili, specie per i brand di cosmetica e i nasi profumieri di marchi noti come Dior, Dolce & Gabbana, Hermès e Chanel.

E proprio il naso di quest'ultima casa di moda in trasferta a Siracusa. "È rimasto estasiato dal profumo del limone, non solo grattando la buccia e portando le unghie al naso, ma anche sfregando le foglie. Era in brodo di giuggiole!”.

Ma come capire se al cospetto si ha il limone femminello di Siracusa?

In soccorso del consumatore arriva il riconoscimento europeo di indicazione geografica protetta (IGP), indicato nelle confezioni. A questo poi, si aggiunge la coltivazione biologica, di cui la città aretusea è specializzata.

«Il limone femminello di Siracusa - prosegue Fabio - a differenza di altri limoni non viene trattato in post raccolta. Non vengono usati fungicidi, antimuffa o cere brillantanti.

Sono trattamenti che certamente consentono di affrontare viaggi lunghissimi come in Sud America, Argentina, Uruguay o Sud Africa, però fanno perdere al limone una delle caratteristiche di maggior pregio: lo sprigionarsi di oli essenziali».

Oggi il limone di Siracusa IGP appartiene alla gloria della città, delle tavole e del commercio siracusano; oltre a essere anche un simbolo sacrale.

Infatti, ogni anno il 20 dicembre, il Limone di Siracusa IGP rappresenta l’omaggio dei cittadini a Lucia, la Santa Patrona, durante il suo ritorno in processione dalla Basilica alla Cattedrale.

Rami, foglie e frutti di limone vengono posizionati sulle candelore votive con "una sorta di sacralità del significato del frutto che torna a casa insieme alla Santa Patrona", segnando pure il passaggio dalla campagna alla città.

*Fonte: Giuseppina Norcia - Dizionario sentimentale di una città
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