Palazzo Valguarnera Gangi, in piazza Croce dei Vespri nel quartiere della Kalsa, è uno dei più imponenti gioielli del tardo-barocco palermitano (leggi l'articolo di approfondimento).
Nella seconda metà del 13esimo secolo fu il principe Pietro Valguarnera, importante esponente dell'aristocrazia siciliana, a commissionare l'ampliamento e la riconfigurazione dell'edificio.
Il principe, naturalmente, si rivolse agli artisti più famosi del tempo, tra i quali il giovane architetto trapanese Andrea Gigante, che in quegli stessi anni lavorava al palazzo dei duchi di Casteldimirto, ed al quale sono da attribuire le opere di maggior rilievo.
Non meno importanti furono gli interventi di Interguglielmi, Serenario, Fumagalli, Velasco e Marabitti insieme alla fitta schiera di pittori ornatisti, marmorari, intagliatori, indoratori, stuccatori e mobilieri al seguito.
L'ingresso del palazzo risalta per il grande portale con due colonne in pietra grigia e con la riproduzione dello stemma della famiglia Mantegna principi di Gangi. Entrando si ammira lo scalone d'ingresso a più rampe, che porta ad un grande vestibolo ricco di raffinatissime decorazioni policrome.
Lascia senza fiato la spettacolare serie di saloni, sfarzosi, estrosi nelle decorazioni come negli arredamenti, nelle tappezzerie e nelle collezioni di cristalli e porcellane.
Dopo i primi due saloni (Rosso e Celeste) si giunge allo splendido Salone da Ballo: i suoi divani, le sedie intagliate, le pareti decorate, le porte dipinte in oro zecchino, le specchiere ma, soprattutto, l'originalissima volta traforata, sono gli elementi grazie ai quali è stato reso immortale dalla celebre sequenza del ballo ne "Il Gattopardo", pellicola di Luchino Visconti (1963).
Il palazzo appartenne alla famiglia Valguarnera fino al 1820, quando l'ultima erede Giovanna Valguarnera sposò Giuseppe Mantegna principe di Gangi, portandolo in dote.
Numerosi interventi architettonici e decorativi si sono succeduti nel corso del tempo, ma sempre nel rispetto della struttura e dell'anima dell'edificio, che non ha mai perso la sua raffinata eleganza, ancora oggi visibile negli ambienti interni.
Il palazzo appartiene attualmente ai principi Vanni Mantegna di San Vincenzo, subentrati per trasmissione ereditaria nel 1995.