Il Palazzo Gravina di Palagonia è un edificio medievale sito nel quartiere Kalsa. Le prime notizie del palazzo risalgono al 15esimo secolo, periodo in cui era diviso in due nuclei divisi rispettivamente tra le famiglie Diana e Monferrato.
I due nuclei furono unificati in seguito all'acquisto del palazzo da parte della famiglia Palagonia, nel 18esimo secolo.
Gli ultimi lavori documentati risalgono al 19esimo secolo, quando una delle facciate fu stravolta secondo la moda del tempo e fu aggiunto un grande scalone marmoreo, mentre le altre facciate rimasero immutate.
Quando nel 1854 l'ultimo principe erede della famiglia, Francesco Paolo Gravina, muore il palazzo fu donatto all'Opera Pia Principe di Palagonia, un ente benefico da egli stesso fondato.
Durante la Seconda Guerra Mondiale subì ingenti danni a causa dei bombardamenti e nel 1968 venne abbandonato definitivamente.
Il Piano Regolatore del 1968 ne prevedeva la demolizione, per la realizzazione della "terza via" venne quindi espropriato dall'amministrazione comunale.
Con l'approvazione nel 1993 del Piano Particolareggiato Esecutivo, il palazzo fu oggetto di un progetto di restauro degli architetti Gianni Crivello, Mario Li Castri e dell'Ingegnere Francesco Calamia (1999-2002) ed oggi è sede degli uffici della Direzione Generale del Comune e del servizio Edilizia degradata e interventi urgenti dell'Ufficio del Centro Storico.