Violenza di genere e non solo: un omaggio alla donna in tutte le sue forme nella mostra "Mi fido di te"
"No small" di Enzo Dell'Acqua, fotografia su carta baritata art
Stalking, discriminazioni, femminicidi, maltrattamenti: lo scopo di "Mi fido di te" è quello di sensibilizzare il pubblico su questioni importanti attraverso l’arte e la cultura del rispetto, portando in primo piano il tema attualissimo della violenza di genere, ma al tempo stesso omaggiando la donna in tutte le sue forme e vesti.
Il mondo ha fatto enormi passi su temi importanti come la parità dei sessi, l’emancipazione femminile e il ruolo della donna nella società e in coppia. Ancora oggi, però, sono troppe le donne che continuano a subire discriminazioni e violenze; la cronaca infatti parla sempre più di casi di amori malati, violenze domestiche e discriminazioni sociali, spesso operati da chi, invece, dovrebbe amarle e proteggerle.
«La mostra si pone come lavoro culturale per dire basta, lasciare un segno, provare, attraverso la cultura, a cambiare le cose – spiega l'organizzatore Sandro Serradifalco - . Perché la cultura, mezzo di sensibilizzazione e progresso, può muovere la sensibilità sociale, in un momento storico in cui la coscienza collettiva sta maturando e aumentando. Una mostra che è una denuncia, ma anche un messaggio di speranza, perché non tutti gli uomini sono uguali. “Mi fido di te”, perché nonostante la cronaca e l’esperienza personale, non bisogna smettere di fidarsi.»
Cinquanta artisti, selezionati dallo storico dell’arte Caterina Randazzo, anche lei vittima di reato sessuale, per qualità stilistiche e sensibilità artistica di indubbio valore, coniugate con l’attenzione dimostrata al tema trattato, appunto, la violenza sulle donne. Fra le opere scelte, sono presenti pitture, sculture, incisioni, fotografie, installazioni, video e oggettistica di alto artigianato.
Fra gli artisti ammessi, ci sono molte vittime di varie forme di violenza e questo ha contraddistinto questo progetto come qualcosa di più di una semplice mostra.
Il mondo ha fatto enormi passi su temi importanti come la parità dei sessi, l’emancipazione femminile e il ruolo della donna nella società e in coppia. Ancora oggi, però, sono troppe le donne che continuano a subire discriminazioni e violenze; la cronaca infatti parla sempre più di casi di amori malati, violenze domestiche e discriminazioni sociali, spesso operati da chi, invece, dovrebbe amarle e proteggerle.
«La mostra si pone come lavoro culturale per dire basta, lasciare un segno, provare, attraverso la cultura, a cambiare le cose – spiega l'organizzatore Sandro Serradifalco - . Perché la cultura, mezzo di sensibilizzazione e progresso, può muovere la sensibilità sociale, in un momento storico in cui la coscienza collettiva sta maturando e aumentando. Una mostra che è una denuncia, ma anche un messaggio di speranza, perché non tutti gli uomini sono uguali. “Mi fido di te”, perché nonostante la cronaca e l’esperienza personale, non bisogna smettere di fidarsi.»
Cinquanta artisti, selezionati dallo storico dell’arte Caterina Randazzo, anche lei vittima di reato sessuale, per qualità stilistiche e sensibilità artistica di indubbio valore, coniugate con l’attenzione dimostrata al tema trattato, appunto, la violenza sulle donne. Fra le opere scelte, sono presenti pitture, sculture, incisioni, fotografie, installazioni, video e oggettistica di alto artigianato.
Fra gli artisti ammessi, ci sono molte vittime di varie forme di violenza e questo ha contraddistinto questo progetto come qualcosa di più di una semplice mostra.
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