Una mostra sul tema della rinascita e del cambiamento: a Palermo "Volcanic Plants" dell'artista Emilia Faro
Opera di Emilia Faro per il progetto "Volcanic Plants"
Gli spazi del Tineo, all'interno dello storico Orto palermitano di via Lincoln, fiore all'occhiello del Sistema Museale di Ateneo (SiMuA), ospitano "Volcanic plants", la personale di Emilia Faro (Catania, 1976), organizzata in collaborazione con CoopCulture.
L'esposizione, curata da Maria Chiara Di Trapani, presenta un giardino creativo di piante della macchia mediterranea, sintesi di un percorso artistico volto a cristallizzare la poesia e la bellezza della natura. Una vera e propria esplosione, tra organico e inorganico, di sculture floreali che irradiano tutto lo spazio.
Ad accogliere il visitatore un giardino mediterraneo plasmato dall'artista in un'amalgama di resina e sabbia vulcanica, in una combinazione di sculture, alcune delle quali ispirate dalla tecnica della coltivazione idroponica, insieme ad una serie di acquarelli e disegni di innesti su alberi da frutto, cui fanno sfondo tavole botaniche ottocentesche.
Emilia Faro attinge una conclusione semplice, acuta quanto efficace, congiungendo saggezza naturale e pensiero scientifico, per una lettura interessante sul tema della rinascita e del cambiamento.
L’artista dedica l'esposizione al tema del dolore – fisico e ovviamente emotivo – da cui affiora un motivo di rinascita, di riconciliazione, accettazione della parte perduta. Da qui il collegamento con gli innesti vegetali, che di fatto sono delle ferite.
Emilia Faro studia farmacia ma poi frequenta la Scuola di disegno al Louvre di Parigi, tra il 2003 e il 2005.
Nei suoi dipinti ad acquerello fissa emozioni e pensieri, focalizzando la sua arte sul tema della libertà e riflessioni più generali sulla condizione dell'uomo moderno e sull'ambiente.
Le creature rappresentate da Emilia Faro, umane e non, sono protagoniste di brevi e intense esperienze magiche, simbolo di profondi cambiamenti. Sono statue, forme, manichini, modelli inanimati, elementi vegetali, esseri virtuali pieni di bellezza e mistero.
Conquistano la vita attraverso la resistenza, il coraggio, la determinazione. Il deserto da cui partono all'inizio di una storia viene trasformato in un giardino floreale, l'Eden, dove la vita trionfa sulla morte.
L'esposizione, curata da Maria Chiara Di Trapani, presenta un giardino creativo di piante della macchia mediterranea, sintesi di un percorso artistico volto a cristallizzare la poesia e la bellezza della natura. Una vera e propria esplosione, tra organico e inorganico, di sculture floreali che irradiano tutto lo spazio.
Ad accogliere il visitatore un giardino mediterraneo plasmato dall'artista in un'amalgama di resina e sabbia vulcanica, in una combinazione di sculture, alcune delle quali ispirate dalla tecnica della coltivazione idroponica, insieme ad una serie di acquarelli e disegni di innesti su alberi da frutto, cui fanno sfondo tavole botaniche ottocentesche.
Emilia Faro attinge una conclusione semplice, acuta quanto efficace, congiungendo saggezza naturale e pensiero scientifico, per una lettura interessante sul tema della rinascita e del cambiamento.
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Una competenza tecnica che tenta diverse espressioni – in questo caso, sculture e disegni – e che riverbera un gusto creativo del plasmare, del coltivare con un'attenzione al flusso del tempo, alle fasi di crescita, al riposo degli oggetti. L’artista dedica l'esposizione al tema del dolore – fisico e ovviamente emotivo – da cui affiora un motivo di rinascita, di riconciliazione, accettazione della parte perduta. Da qui il collegamento con gli innesti vegetali, che di fatto sono delle ferite.
Emilia Faro studia farmacia ma poi frequenta la Scuola di disegno al Louvre di Parigi, tra il 2003 e il 2005.
Nei suoi dipinti ad acquerello fissa emozioni e pensieri, focalizzando la sua arte sul tema della libertà e riflessioni più generali sulla condizione dell'uomo moderno e sull'ambiente.
Le creature rappresentate da Emilia Faro, umane e non, sono protagoniste di brevi e intense esperienze magiche, simbolo di profondi cambiamenti. Sono statue, forme, manichini, modelli inanimati, elementi vegetali, esseri virtuali pieni di bellezza e mistero.
Conquistano la vita attraverso la resistenza, il coraggio, la determinazione. Il deserto da cui partono all'inizio di una storia viene trasformato in un giardino floreale, l'Eden, dove la vita trionfa sulla morte.
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