Una giornata per Sebastiano Tusa: al Parco archeologico di Segesta l'ingresso è gratuito
Parco archeologico di Segesta
Il 10 marzo il Parco Archeologico di Segesta accoglie gratuitamente tutti i visitatori in occasione della "Giornata dei beni culturali siciliani" istituita in memoria di Sebastiano Tusa.
I visitatori potranno passeggiare tra i sentieri del Parco oppure partecipare al percorso di visita guidato dagli operatori di CoopCulture, dal titolo "Dagli Elimi al Medioevo".
La visita permetterà di ammirare le vestigia di un’antica città Elima, popolazione indigena che le fonti asseriscono discendere dai Troiani, perennemente in conflitto con la greca Selinunte.
Le tappe previste includono il Teatro, l’Agorà, il Tempio Dorico e l’Antiquarium, con spostamenti agevolati grazie al sistema di trasporto interno. I visitatori potranno raggiungere a piedi il Tempio Dorico che si erge solitario sulla collinetta a ovest dell’antica città, situata sul Monte Barbaro. Il tempio, rimasto incompiuto, è espressione del processo di ellenizzazione dei contesti indigeni attuato dalla vicina Selinunte e si presenta quasi come segnacolo estremo della civiltà greca in Occidente.
La presenza di telamoni decorativi configurati come il dio Pan viene ricondotta all’esistenza di un antro rispettato dall’architettura teatrale: data la nota affinità tra la divinità e queste tipologie di luoghi, è verosimile pensare che Pan fosse destinatario di un antico culto al suo interno. L’orchestra era dotata di dispositivi scenici che permettevano agli attori di comparire all’improvviso, la cavea invece è a ferro di cavallo e come il proscenio ha subito rimaneggiamenti attuati dai romani intorno al 100 a.C.
Dopo aver visitato il Teatro sarà possibile comprendere in maniera più approfondita lo sviluppo e organizzazione dell’elima Segesta ammirando la cinta muraria nel tratto di Porta di Valle, i quartieri residenziali poco distanti, le strutture afferenti alla fase medievale dell’insediamento come le mura, il castello, la moschea e il borgo sommitale.
Tappa finale la visita all’Antiquarium con la mostra permanente, inaugurata nel 2021, dal titolo “I volti del sacro nella Segesta elima: spazi, riti, oggetti”. Sono esposti manufatti recanti epigrafi in lingua elima redatte in alfabeto greco e la celebre dedica del sec. II a.C. dedicata ad Afrodite Urania, che proviene dal Tempio.
Altri reperti provengono dal Santuario di contrada Mango e dall’area prospiciente la Grotta Vannella: questi ultimi sono precipitati dall’area sovrastante dell’Acropoli Nord, dov’erano originariamente collocati.
Tra i materiali esposti anche statuette femminili in terracotta, elementi in osso di strumenti musicali, prestigiose ceramiche greche figurate, vaghi di collane o fibule in ambra e pasta vitrea, un pendente in avorio con figurina femminile bifronte e alcuni oggetti in bronzo. Chiudono l’esposizione le gronde a protome leonina e le palmette acroteriali riferibili al tempio posto all’interno del recinto sacro di Contrada Mango. Tra gli altri reperti esposti spicca una piccola statuetta raffigurante un discobolo.
La visita guidata costa 13 euro, ridotto 7 euro. La visita sarà replicata anche il 13 marzo.
Sempre giovedì 10 marzo, alle ore 11.00, sulla pagina Facebook del Parco archeologico di Segesta, sarà trasmessa online la conferenza “La storia che raccontiamo è già futuro”.
Il direttore del Parco, Rossella Giglio, fa il punto e racconta le attività dell’ente sin dal 2019: le ricerche, la promozione, gli scavi, i nuovi allestimenti, le mostre, gli spettacoli, i nuovi percorsi, le convenzioni con le Università e la collaborazione col territorio.
I visitatori potranno passeggiare tra i sentieri del Parco oppure partecipare al percorso di visita guidato dagli operatori di CoopCulture, dal titolo "Dagli Elimi al Medioevo".
La visita permetterà di ammirare le vestigia di un’antica città Elima, popolazione indigena che le fonti asseriscono discendere dai Troiani, perennemente in conflitto con la greca Selinunte.
Le tappe previste includono il Teatro, l’Agorà, il Tempio Dorico e l’Antiquarium, con spostamenti agevolati grazie al sistema di trasporto interno. I visitatori potranno raggiungere a piedi il Tempio Dorico che si erge solitario sulla collinetta a ovest dell’antica città, situata sul Monte Barbaro. Il tempio, rimasto incompiuto, è espressione del processo di ellenizzazione dei contesti indigeni attuato dalla vicina Selinunte e si presenta quasi come segnacolo estremo della civiltà greca in Occidente.
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Grazie alle navette si potrà raggiungere agevolmente l’acropoli Nord dove sorge il Teatro. Datato tra i sec. III e II a.C., era munito di edificio scenico che terminava ai lati, sui piani superiori, con padiglioni decorativi obliqui a incorniciare il palcoscenico: la parete scenica era riccamente ornata con pilastri e colonne, soluzione dovuta forse all’influenza italica che viene riscontrata anche in altre colonie occidentali.La presenza di telamoni decorativi configurati come il dio Pan viene ricondotta all’esistenza di un antro rispettato dall’architettura teatrale: data la nota affinità tra la divinità e queste tipologie di luoghi, è verosimile pensare che Pan fosse destinatario di un antico culto al suo interno. L’orchestra era dotata di dispositivi scenici che permettevano agli attori di comparire all’improvviso, la cavea invece è a ferro di cavallo e come il proscenio ha subito rimaneggiamenti attuati dai romani intorno al 100 a.C.
Dopo aver visitato il Teatro sarà possibile comprendere in maniera più approfondita lo sviluppo e organizzazione dell’elima Segesta ammirando la cinta muraria nel tratto di Porta di Valle, i quartieri residenziali poco distanti, le strutture afferenti alla fase medievale dell’insediamento come le mura, il castello, la moschea e il borgo sommitale.
Tappa finale la visita all’Antiquarium con la mostra permanente, inaugurata nel 2021, dal titolo “I volti del sacro nella Segesta elima: spazi, riti, oggetti”. Sono esposti manufatti recanti epigrafi in lingua elima redatte in alfabeto greco e la celebre dedica del sec. II a.C. dedicata ad Afrodite Urania, che proviene dal Tempio.
Altri reperti provengono dal Santuario di contrada Mango e dall’area prospiciente la Grotta Vannella: questi ultimi sono precipitati dall’area sovrastante dell’Acropoli Nord, dov’erano originariamente collocati.
Tra i materiali esposti anche statuette femminili in terracotta, elementi in osso di strumenti musicali, prestigiose ceramiche greche figurate, vaghi di collane o fibule in ambra e pasta vitrea, un pendente in avorio con figurina femminile bifronte e alcuni oggetti in bronzo. Chiudono l’esposizione le gronde a protome leonina e le palmette acroteriali riferibili al tempio posto all’interno del recinto sacro di Contrada Mango. Tra gli altri reperti esposti spicca una piccola statuetta raffigurante un discobolo.
La visita guidata costa 13 euro, ridotto 7 euro. La visita sarà replicata anche il 13 marzo.
Sempre giovedì 10 marzo, alle ore 11.00, sulla pagina Facebook del Parco archeologico di Segesta, sarà trasmessa online la conferenza “La storia che raccontiamo è già futuro”.
Il direttore del Parco, Rossella Giglio, fa il punto e racconta le attività dell’ente sin dal 2019: le ricerche, la promozione, gli scavi, i nuovi allestimenti, le mostre, gli spettacoli, i nuovi percorsi, le convenzioni con le Università e la collaborazione col territorio.
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