Un colpo d'occhio sullo Stretto e su Messina: visita alla scoperta del Castello del Santissimo Salvatore

La Madonnina del porto, simbolo di Messina
Viene ricostruita la vera anima liberty della Messina di inizio secolo, attraverso le ville private, i palazzetti storici, persino il Circolo della Borsa (inedito anche per i messinesi).
La città dello Stretto riaccoglie "Le Vie dei Tesori", e apre quest’anno ventinove luoghi, dal 14 al 30 settembre, per tre weekend.
La Madonnina del porto, simbolo di Messina, abbraccia e benedice con la celebre frase “Vos et ipsam benedicimus” (Benediciamo voi e la stessa città), tratta dal testo sacro che, secondo la tradizione, la Madonna in persona scrisse nel 42 dopo Cristo. La stele, progettata dall’ingegnere Francesco Barbaro, è opera dello scultore messinese Tore Edmondo Calabrò, che la realizzò nel 1934, su commissione dell’arcivescovo Angelo Paino. Alta 35 metri, è a pianta ottagonale, in cemento, rivestita di pietra di Trapani.
In cima la statua bronzea della Madonna della Lettera, protettrice della città, si ispira al simulacro di Lio Gangeri, portato in processione il 3 giugno. La stele è collocata sul torrione del Forte San Salvatore, all’estremità della mitica “falce” del porto. La fortezza fu voluta dall’imperatore Carlo V, al posto del monastero basiliano del Santissimo Salvatore dei Greci, importante centro religioso e culturale, demolito e ricostruito nella zona nord. Nel corpo del Forte detto Campana, sono allestite mostre permanenti sulla storia dei fari, sull'antica cartografia dello Stretto e sulla Marina militare.
La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
La città dello Stretto riaccoglie "Le Vie dei Tesori", e apre quest’anno ventinove luoghi, dal 14 al 30 settembre, per tre weekend.
La Madonnina del porto, simbolo di Messina, abbraccia e benedice con la celebre frase “Vos et ipsam benedicimus” (Benediciamo voi e la stessa città), tratta dal testo sacro che, secondo la tradizione, la Madonna in persona scrisse nel 42 dopo Cristo. La stele, progettata dall’ingegnere Francesco Barbaro, è opera dello scultore messinese Tore Edmondo Calabrò, che la realizzò nel 1934, su commissione dell’arcivescovo Angelo Paino. Alta 35 metri, è a pianta ottagonale, in cemento, rivestita di pietra di Trapani.
In cima la statua bronzea della Madonna della Lettera, protettrice della città, si ispira al simulacro di Lio Gangeri, portato in processione il 3 giugno. La stele è collocata sul torrione del Forte San Salvatore, all’estremità della mitica “falce” del porto. La fortezza fu voluta dall’imperatore Carlo V, al posto del monastero basiliano del Santissimo Salvatore dei Greci, importante centro religioso e culturale, demolito e ricostruito nella zona nord. Nel corpo del Forte detto Campana, sono allestite mostre permanenti sulla storia dei fari, sull'antica cartografia dello Stretto e sulla Marina militare.
La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
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