La "Medea" al teatro antico di Tindari: il Teatro dei due Mari rilegge i Miti

Micaela Esdra
Il festival di spettacoli classici e di accoglienza quest'anno giunge alla 17esima edizione e conferma lo sguardo attento all'integrazione, sullo sfondo del tema della migrazione.
La "Medea" di Seneca (traduzione e adattamento di Filippo Amoroso) è organizzata dall'associazione Teatro dei due Mari In collaborazione con il 70° Ciclo di Spettacoli Classici del Teatro Olimpico di Vicenza, dove lo spettacolo sarà rappresentato dal 13 al 15 ottobre.
Sulla scena dieci attori si aggirano smarriti fra memorie fantastiche di una cultura perduta e odierni arredi di un nosocomio o di un centro di accoglienza. I loro occhi impauriti hanno forse visto qualcosa di terribile che mai più vorrebbero vivere.
Improvvisamente, su un lettino, accartocciata su se stessa, scoprono una donna incrostata di terra: la sua testa è fasciata. Lentamente gli attori la sbendano: il suo cranio rasato comincia a pulsare e dal cervello scaturiscono segrete visioni, mentre il cielo si oscura.
Per la regia di Walter Pagliaro, a interpretare Medea è Micaela Esdra insieme a Luciano Virgilio (Creonte), Blas Rocas Rey (Giasone) e Marina Zanchi (Nutrice). Il Coro è composto da Fabrizio Amicucci, Michele Ferlito, Francesco Maccarinelli e Paolo Roca Rey.
Le musiche sono di Germano Mazzocchetti, l'installazione scenica di Michele Ciacciofera e i costumi di Annalisa Di Piero.
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