"La cantatrice calva", atto unico di E. Ionesco
La rassegna "Il teatro di tutti" vuole dare alla collettività la possibilità di partecipare ad eventi culturali a basso costo, di promuovere la libera fruizione di spazi all'interno dei quartieri, di favorire lo scambio di idee informazioni e la partecipazione attiva dei cittadini.
Gli spettacoli saranno accompagnati dalla proiezione del "Pilot" girato dai ragazzi dell'Istituto Cielo d'Alcamo "Storie infrante". A fine spettacolo ci sarà la possibilità di dibattito con attori registi e scrittori dello spettacolo.
Questa versione è la traduzione ancor più "contemporanea" della prima opera teatrale di Eugène Ionesco, del primo esempio del genere teatrale dell'assurdo, scritta mentre l'autore decide di studiare l’inglese, definita da egli stesso l'anti-commedia. Il linguaggio teatrale è, generalmente, un efficace mezzo di comunicazione, che permette ai personaggi di rivelare i loro pensieri, i loro sentimenti e le loro intenzioni.
Nell'opera di Ionesco, invece, si sottolinea la difficoltà di comunicare. Nella scrittura del teatro tradizionale, i colpi di scena hanno la funzione di rilanciare l’interesse dello spettatore, ma non è così in questa piece dove ogni espediente drammaturgico è un diversivo per apportare qualche nota piccante o per rilassare il pubblico, ricordandogli che in fondo, nel teatro come nella vita, non c'è niente da capire, ma solo da vivere. Se è vero che in scena giunge l'incomunicabilità della vita reale e l'impoverimento del lessico dato dall’utilizzo smodato di sms e social network, è pur vero che ci serviamo del gioco della finzione scenica per mostrarlo.
Un primo gioco si svolge tra ciò che è detto e il tono adottato per dirlo; un altro tipo di contraddizione oppone parole e azioni: un personaggio fa il contrario di ciò che dice o dice il contrario di ciò che fa poiché "la verità sta nel mezzo" e, nel finale, si tocca l’apice dell’estraniamento: i personaggi immersi nei loro pensieri divenuti azioni non ascoltano ciò che l'interlocutore dice. Lo spettatore ride del delirio verbale nel quale cadono i personaggi, delle storie stupide che raccontano, della distruzione linguaggio aspettando che la conversazione diventi una trama o che venga un deus ex machina, magari la stessa cantatrice calva a salvarli Con Enza Cucimano, Andrea Arnone, Serena Riina, Carmelo Niria Mulè, Fulvia Errore, Francesco Lambri.
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