Segmenti di volti e città tra capitali europee e Palermo: "Intimi di città" ai Cantieri alla Zisa

Uno scatto del progetto "Intimi di città" di Aldo Palagonia
Quello di Aldo Palagonia, fotografo per passione, amante del bello e della sua decadenza ed emarginazione, è un viaggio di istinto nei meandri del reale, solito, quotidiano, naturale: le sue foto del progetto "Intimi di città" sono in mostra al Centro Internazionale di Fotografia dei Cantieri culturali alla Zisa dal 7 al 10 marzo.
Foto di strada nella strada, dove la bizzarra e inquietante libertà fa capolino e breccia nei ceffi, nei volti e nei pensieri dei comuni mortali, in cui si esterna la solitudine sociale, da manifestare, comunicare. L’io che si cerca nel volto, nella ripetitività di gesti banali che fungono da allarmi, attese casuali di incontro: l'obiettivo di Palagonia è casuale ma diventa causale.
Ogni scatto è uno strappo, una macchia, a casaccio, di realtà e il fatto avviene a margine, indipendente, indifferentemente. A essere cattturati sono volti mobili e ignari del loro stesso disvelamento.
Privi di didascalia i soggetti sono nella scena, lontani dalla tragedia, testimoni emarginati di una situazione e vitali tanto quanto lo sguardo che li approccia e li sconvolge.
Aldo Palagonia è un dirigente regionale all’Assessorato all’Economia, da sempre appassionato di musica e fotografia, inizia a scattare con le prime Reflex negli anni Novanta ma l’incontro con "L’altro" avviene durante il primo viaggio in Turchia nel 2010.
Nel 2011 parte alla volta del Kurdistan, inaugurando il periodo mediorientale. Inizia da questo momento in poi un percorso di serio confronto umano nato dalla consapevolezza che stiamo al mondo tutti in modo eguale e in modo diverso.
La prima mostra fotografica a tema iraniano è del 2013, ne seguiranno altre su Il Cairo e il Maghreb. Negli ultimi anni il suo fuoco si centra sui volti delle città europee, così simili fra le differenze: "Intimi di città" racconta l’asse fra le capitali e il nostro sud, è uno spaccato di segmenti berlinesi, parigini, romani e di Palermo, incastonata fra lenti riflesse e riverberate in cui lo sguardo di Aldo è diverso e insieme ad esso è cambiato l’uomo.
Foto di strada nella strada, dove la bizzarra e inquietante libertà fa capolino e breccia nei ceffi, nei volti e nei pensieri dei comuni mortali, in cui si esterna la solitudine sociale, da manifestare, comunicare. L’io che si cerca nel volto, nella ripetitività di gesti banali che fungono da allarmi, attese casuali di incontro: l'obiettivo di Palagonia è casuale ma diventa causale.
Ogni scatto è uno strappo, una macchia, a casaccio, di realtà e il fatto avviene a margine, indipendente, indifferentemente. A essere cattturati sono volti mobili e ignari del loro stesso disvelamento.
Privi di didascalia i soggetti sono nella scena, lontani dalla tragedia, testimoni emarginati di una situazione e vitali tanto quanto lo sguardo che li approccia e li sconvolge.
Aldo Palagonia è un dirigente regionale all’Assessorato all’Economia, da sempre appassionato di musica e fotografia, inizia a scattare con le prime Reflex negli anni Novanta ma l’incontro con "L’altro" avviene durante il primo viaggio in Turchia nel 2010.
Nel 2011 parte alla volta del Kurdistan, inaugurando il periodo mediorientale. Inizia da questo momento in poi un percorso di serio confronto umano nato dalla consapevolezza che stiamo al mondo tutti in modo eguale e in modo diverso.
La prima mostra fotografica a tema iraniano è del 2013, ne seguiranno altre su Il Cairo e il Maghreb. Negli ultimi anni il suo fuoco si centra sui volti delle città europee, così simili fra le differenze: "Intimi di città" racconta l’asse fra le capitali e il nostro sud, è uno spaccato di segmenti berlinesi, parigini, romani e di Palermo, incastonata fra lenti riflesse e riverberate in cui lo sguardo di Aldo è diverso e insieme ad esso è cambiato l’uomo.
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