Riscoprire le meraviglie di Trapani: il viaggio (anche in barca) con "Le Vie dei Tesori"
La Colombaia di Trapani (foto di Stefano Zito)
Trapani si fa bella e apre ville e villini, sontuosa che sciorina villini liberty e palazzi neoclassici, indossa i suoi coralli, apre la Prefettura e va alla ricerca di tonnare e torri di guardia che per secoli l’hanno difesa dai barbareschi. Si sente elegante ma non dimentica le mani dei suoi lavoratori. Il nuovo viaggio dentro la città fa tesoro di molte esperienze precedenti, richieste a gran voce dal pubblico.
LE VISITE
Sedici siti, alcuni inediti, molti altri graditi ritorni, composti in un unico programma da Emanuele Barbara: come la visita speciale che attende chi sceglie la Prefettura, con le sue sale decorate e le numerose opere d’arte.
Se si vuole veramente conoscere un’arte antica, allora bisogna sedersi di fronte Platimiro Fiorenza, tesoro dell’umanità: dalle sue mani il corallo ne esce vivo e morbido, la sua bottega è un pozzo di storie, con un progetto da costruire.
Eccoci alle residenze: apre Palazzo Riccio di Morana, oggi sede della Presidenza della Provincia regionale di Trapani. Sulla sua facciata neoclassica, voluta da don Giacomo Riccio, barone di Sant’Anna ed Arcudaci, spiccano alcune statue che rappresentano le virtù morali della famiglia dei Morana. Un altro gioiello è Palazzo Montalto: progettato negli anni Venti del secolo scorso dall’architetto trapanese Francesco la Grassa per il notaio Giacomo Montalto, è un exploit di ferro battuto, decorazioni floreali e vetri, ringhiere e volute, rosette e tralci: Liberty allo stato puro, soprattutto nell’esuberante appartamento del giudice Gian Giacomo Ciaccio Montalto che morirà ucciso da Cosa Nostra.
La costruzione della villa, che la città di Trapani volle donare al suo concittadino, l’ex ministro Nunzio Nasi, iniziò nel 1898. L’interno è ancora arredato con mobili d’epoca e pezzi d’arte tra cui un busto di Nasi di Ettore Ximenes, ma ospita l’istituto universitario di Biologia marina. E visto che siamo in zona, non lasciatevi scappare la Torre della Colombaia che quest’anno si trasforma in esperienza di narrazione delle antiche carceri che si raggiungono solo in barca.
Ecco il ritorno di Torre di Ligny, costruita nel 1671 per difendere la costa esposta alle incursioni dei corsari barbareschi. Un secolo dopo si vedevano ancora i cannoni installati sul tetto. Durante la guerra divenne postazione antiaerea. Restaurata nel 1979, ospita il Museo civico, e una collezione di archeologia marina. Fuori dal centro storico, si raggiungerà il museo della Pesca dentro la Tonnara Bonagia. Si potrà godere della vista incomparabile dal campanile di san Domenico e a Palazzo D’Alì si perderà il conto delle finestre e si potrà assistere alla visita teatralizzata con protagonista donna Clotilde che abitò queste stanze (a cura degli Amici del Museo Pepoli).
Le chiese: dalla più imponente, la cattedrale di San Lorenzo, alla sontuosamente barocca Cappella della Mortificazione, vera iconografia da “regno della morte” al Collegio dei Gesuiti con una commovente Immacolata del Marabitti alla chiesa delle Anime Sante del Purgatorio con la tomba del famoso architetto (a cui si deve gran parte dei palazzi e delle chiese di Trapani) Giovanni Biagio Amico; la chiesa di San Domenico, nella parte più alta del centro storico, edificata dai Domenicani. Sulla facciata accoglie un bellissimo rosone del Trecento. All’interno della chiesa, l’affresco di ispirazione bizantina della Madonna del Latte; un raro esempio di Crocifisso doloroso gotico considerato miracoloso che sembra arrivi dalla Palestina e la bellissima Cappella dei Crociati, orientata verso Gerusalemme.
LE PASSEGGIATE
La prima, condotta da Renato Lo Schiavo, seguirà le orme di uno scrittore vittoriano, Samuel Butler che rilesse l’Odissea ambientandola tra le Egadi e Pantelleria. La seconda, condotta dall’ex direttore del Museo Pepoli e del Museo Riso, oggi al parco archeologico di Segesta, Luigi Biondo, rintraccerà la simbologia di una Trapani nascosta, da scoprire “a naso in su”.
Infine, sull’autobus di linea ATM, si potrà raggiungere la riserva orientata delle saline di Nubia, regno della Calendula maritima, della fascinosa Salicornia, popolato da fenicotteri rosa, spatole, aironi bianchi, garzette, falchi di palude, avocette, Cavalieri d’Italia, fraticelli, calandrelle.
LE VISITE
Sedici siti, alcuni inediti, molti altri graditi ritorni, composti in un unico programma da Emanuele Barbara: come la visita speciale che attende chi sceglie la Prefettura, con le sue sale decorate e le numerose opere d’arte.
Se si vuole veramente conoscere un’arte antica, allora bisogna sedersi di fronte Platimiro Fiorenza, tesoro dell’umanità: dalle sue mani il corallo ne esce vivo e morbido, la sua bottega è un pozzo di storie, con un progetto da costruire.
Eccoci alle residenze: apre Palazzo Riccio di Morana, oggi sede della Presidenza della Provincia regionale di Trapani. Sulla sua facciata neoclassica, voluta da don Giacomo Riccio, barone di Sant’Anna ed Arcudaci, spiccano alcune statue che rappresentano le virtù morali della famiglia dei Morana. Un altro gioiello è Palazzo Montalto: progettato negli anni Venti del secolo scorso dall’architetto trapanese Francesco la Grassa per il notaio Giacomo Montalto, è un exploit di ferro battuto, decorazioni floreali e vetri, ringhiere e volute, rosette e tralci: Liberty allo stato puro, soprattutto nell’esuberante appartamento del giudice Gian Giacomo Ciaccio Montalto che morirà ucciso da Cosa Nostra.
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Due le ville che entrano nel circuito: nell’ultimo weekend, Villa Aula è a pochi passi dall’antica via Fardella, popolata dai sontuosi palazzi dei nobili trapanesi. È una signorile ed elegante residenza di fine Ottocento fatta costruire dall’architetto Gaspare Incagnone, amministratore delegato dei Florio, che ovviamente attinse al loro stile, a partire dalle vetrate del Bevilacqua e del Gregoretti. E il Villino Nasi, gioiello Art Nouveau che spicca sulla lingua di terra, tra Torre di Ligny e la Colombaia, di fronte allo scoglio Palumbo. La costruzione della villa, che la città di Trapani volle donare al suo concittadino, l’ex ministro Nunzio Nasi, iniziò nel 1898. L’interno è ancora arredato con mobili d’epoca e pezzi d’arte tra cui un busto di Nasi di Ettore Ximenes, ma ospita l’istituto universitario di Biologia marina. E visto che siamo in zona, non lasciatevi scappare la Torre della Colombaia che quest’anno si trasforma in esperienza di narrazione delle antiche carceri che si raggiungono solo in barca.
Ecco il ritorno di Torre di Ligny, costruita nel 1671 per difendere la costa esposta alle incursioni dei corsari barbareschi. Un secolo dopo si vedevano ancora i cannoni installati sul tetto. Durante la guerra divenne postazione antiaerea. Restaurata nel 1979, ospita il Museo civico, e una collezione di archeologia marina. Fuori dal centro storico, si raggiungerà il museo della Pesca dentro la Tonnara Bonagia. Si potrà godere della vista incomparabile dal campanile di san Domenico e a Palazzo D’Alì si perderà il conto delle finestre e si potrà assistere alla visita teatralizzata con protagonista donna Clotilde che abitò queste stanze (a cura degli Amici del Museo Pepoli).
Le chiese: dalla più imponente, la cattedrale di San Lorenzo, alla sontuosamente barocca Cappella della Mortificazione, vera iconografia da “regno della morte” al Collegio dei Gesuiti con una commovente Immacolata del Marabitti alla chiesa delle Anime Sante del Purgatorio con la tomba del famoso architetto (a cui si deve gran parte dei palazzi e delle chiese di Trapani) Giovanni Biagio Amico; la chiesa di San Domenico, nella parte più alta del centro storico, edificata dai Domenicani. Sulla facciata accoglie un bellissimo rosone del Trecento. All’interno della chiesa, l’affresco di ispirazione bizantina della Madonna del Latte; un raro esempio di Crocifisso doloroso gotico considerato miracoloso che sembra arrivi dalla Palestina e la bellissima Cappella dei Crociati, orientata verso Gerusalemme.
LE PASSEGGIATE
La prima, condotta da Renato Lo Schiavo, seguirà le orme di uno scrittore vittoriano, Samuel Butler che rilesse l’Odissea ambientandola tra le Egadi e Pantelleria. La seconda, condotta dall’ex direttore del Museo Pepoli e del Museo Riso, oggi al parco archeologico di Segesta, Luigi Biondo, rintraccerà la simbologia di una Trapani nascosta, da scoprire “a naso in su”.
Infine, sull’autobus di linea ATM, si potrà raggiungere la riserva orientata delle saline di Nubia, regno della Calendula maritima, della fascinosa Salicornia, popolato da fenicotteri rosa, spatole, aironi bianchi, garzette, falchi di palude, avocette, Cavalieri d’Italia, fraticelli, calandrelle.
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