"#queenofcala": il porto antico di Palermo visto con gli occhi di Eleonora Amato
Foto di Eleonora Amato per il progetto #queenofcala (part.)
Uno dei luoghi più antichi e suggestivi del capoluogo siciliano, meta di rilassanti passeggiate, incontri e drink con vista sul mare, è la Cala di Palermo, un luogo che è anche fonte di ispirazione per molti artisti e fotografi.
E proprio di questo porto antico si è innamorata Eleonora Amato, psicologa e insegnante appassionata di fotografia che, mossa da questo sentimento, ha dato inizio al progetto fotografico "#queenofcala".
Dopo lunghi anni trascorsi a Torino, si è da qualche anno trasferita a Palermo e da allora ogni giorno sente la necessità di scattare qualche immagine, immortalando i particolari più belli della Cala.
Geometrie di sartiami, cime tese, alberi dondolanti di legno e d'alluminio, nodi senza requie ricordano le tensioni e le contraddizioni di una città bellissima che interra i suoi fiumi, ama i suoi figli e li annega in una bellezza di luce, acqua, carburante e bottiglie di plastica, tra yacht e sguardi di fame atavica.
Ed è questo che forse Eleonora Amato cerca di raccontare: l'abitudine, la regolarità di ogni elemento, i piccoli ma rassicuranti riti che caratterizzano ogni giornata e che sono sempre riconoscibili, anche in mezzo a migliaia di persone.
E proprio di questo porto antico si è innamorata Eleonora Amato, psicologa e insegnante appassionata di fotografia che, mossa da questo sentimento, ha dato inizio al progetto fotografico "#queenofcala".
Dopo lunghi anni trascorsi a Torino, si è da qualche anno trasferita a Palermo e da allora ogni giorno sente la necessità di scattare qualche immagine, immortalando i particolari più belli della Cala.
Geometrie di sartiami, cime tese, alberi dondolanti di legno e d'alluminio, nodi senza requie ricordano le tensioni e le contraddizioni di una città bellissima che interra i suoi fiumi, ama i suoi figli e li annega in una bellezza di luce, acqua, carburante e bottiglie di plastica, tra yacht e sguardi di fame atavica.
Ed è questo che forse Eleonora Amato cerca di raccontare: l'abitudine, la regolarità di ogni elemento, i piccoli ma rassicuranti riti che caratterizzano ogni giornata e che sono sempre riconoscibili, anche in mezzo a migliaia di persone.
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